Prodi, avviso di sfratto

venerdì, 12 ottobre 2007

Prodi, avviso di sfratto

Da più parti la candidatura di Veltroni è brandita contro il governo Prodi, e poco importa se il diretto interessato gradisca o sia messo in imbarazzo da questa vera e propria manovra a tenaglia.

C’è un versante confindustriale che auspica dichiaratamente una rapida caduta del governo Prodi e il voto anticipato, promettendo a Veltroni il sostegno di “tecnici” come Montezemolo, Draghi, Monti. Il “Corriere della Sera” sostiene apertamente la contrapposizione del Veltroni virtuoso al Prodi vizioso.

Poi c’è il versante polemico e spazientito di alcuni notabili Ds e Margherita. Basta leggere “L’Unità” per capirlo: mercoledì titolone a tutta pagina per l’azzeramento del governo Prodi (Anna Finocchiaro che in stile Prima Repubblica propone di ritirare la delegazione del Pd per poi snellirla); oggi è un’intervista con Epifani a fornire il pretesto per il secondo titolone-messaggio, “Ora Prodi dimostri di saper governare”.

Messaggi inequivocabili. Una parte dell’establishment (quella più acciaccata e bisognosa di sponde politiche) e una parte del ceto politico democratico non ne possono più del governo Prodi e per questo riversano grandi aspettative su Vetroni. Gli avvisi di sfratto si susseguono.

Per quanto io voglia bene a Romano Prodi, di cui ero amico prima del suo impegno politico e lo resterò anche dopo, non mi scandalizza che qualcuno voglia mandarlo a casa. Purchè sia chiaro che alle sue dimissioni corrisponderà in tempi brevi il ritorno al governo di Silvio Berlusconi. Rispetto l’opinione altrui, ma io non lo auguro all’Italia. Chiunque capisce che se si votasse la prossima primavera non dico Veltroni, ma neanche Mandrake impedirebbe al centrodestra di vincere. E allora chi vuole scongiurare tale eventualità dovrebbe smetterla di chiedere al governo Prodi quel che sa benissimo essergli impossibile da realizzare. Anche perché a fare i furbi poi si rischiano le scottature. Vi propongo una scommessa: il giorno in cui davvero Prodi deciderà di snellire il governo, tagliando un po’ di ministri del Pd, assisteremo al fuggi fuggi generale dei ministri-bulletti che oggi si dichiarano disponibili e lo sfidano a provarci.

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