Le infamie razziste di Radio Padania

lunedì, 22 ottobre 2007

“Io lo vado a prendere in sinagoga per il collo”, anzi, “mi chiedo perchè gli ebrei non lo espellano dalla loro comunità”, quel “nasone ciarlatano”. Per avere ricordato in tv all’Infedele che molti degli argomenti scagliati oggi contro i rom ricordano maledettamente la propaganda con cui fu giustificata la persecuzione degli ebrei 70 anni fa,mi sono preso una raffica di insulti via etere da un conduttore di Radio Padania Libera, tale Leo Siegel. Un ex missino in servizio permanente sul fronte dell’odio xenofobo. Agli ascoltatori che per telefono definiscono i rom “una razza bastarda da sterminare, per la quale ci vorrebbe un uomo come quello coi baffetti”, Leo Siegel risponde aizzandoli compiaciuto e rivolgendo in prima persona insulti e minacce. Quando un ascoltatore gli ricorda che insieme agli ebrei anche i rom furono deportati e sterminhati nei lager, Siegel replica così: “Sicuramente c’è stata la persecuzione di questo popolo, ma sarebbe facile fare battute sul perchè e il per come”. In pratica, se la sono
cercata.

Devo questo triste resoconto di una trasmissione di Radio Padania Libera a una lettera di Daniele Sensi pubblicata su L’Unità di sabato 20 ottobre. Trova purtroppo un’ennesima conferma la mia angoscia. Sono convinto che la paura e i disagi crescenti, dovuti all’insicurezza delle nostre periferie urbane, alimentano il ritorno di scenari da “soluzione finale”. Anche un intellettuale di destra intelligente come don Gianni Baget Bozzo ammette che la nostra società è percorsa da una violenza sotterranea preoccupante. Sarebbe irresponsabile consentire che l’amplificazione dell’odio proceda impunemente. Abbiamo il dovere di opporci con severità, di pretendere il rispetto dei codici di convivenza anche nel linguaggio, che non è mai innocente. Trasmissioni simili sarebbero proibite negli Stati Uniti, in Francia, in Germania, in Gran Bretagna. Per quanto mi riguarda, questo sarà l’impegno principale del futuro, anche all’interno del Partito democratico. Se ignorassimo il cedimento culturale in atto, fra qualche anno ne proveremmo vergogna.

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