Lungi da me demonizzare gli incontri fra avversari politici se aiutano a definire regole condivise e favorire la civiltà del linguaggio. Ma
voi ci credete che andrà così tra Veltroni e Berlusconi? Ci credete che il passo indietro -la rinuncia al bipolarismo, il ritorno al proporzionale- possano guarire la malattia del sistema politico italiano? Io temo l’esatto contrario, e cioè che un eventuale ritorno
al proporzionale serva solo per garantire a chi perderà la prossima sfida elettorale di non farsi troppo male. Siamo il paese in cui chi
perde non va mai a casa. E neanche all’opposizione ci si trova poi così male. Lo stesso Berlusconi sa di avere pochissimo tempo davanti a sè. O trascina in pochi mesi il paese alle urne, oppure l’anagrafe regalerà spazio a nuovi candidati del centrodestra.
Dunque: niente in contrario agli incontri sulla riforma elettorale. Ma ricordiamoci che il Partito democratico perde la sua stessa ragione di esistere in un sistema proporzionale, dove i giochi si fanno a mani libere in Parlamento. Lo ha detto e ripetuto Veltroni, prima e dopo le primarie. Meno male chec’è il referendum a vincolarci nella direzione del bipolarismo e del maggioritario.