Per il codice etico del PD

domenica, 16 dicembre 2007

Sto volando a Mosca per tre giorni e dunque confesso che oggi salterò la riunione romana sul codice etico del Partito democratico. Però ho mandato le mie osservazioni scritte, tanto più che faccio parte di un gruppo redazionale incaricato di approntarlo entro la data prevista, 31 gennaio 2008.

Per correttezza non posso pubblicare la bozza provvisoria, ma ci tengo invece a dirvi quali sono i punti si cui mi sto impegnando.

Il codice deve prevedere sanzioni obbligatorie, non discrezionali, per gli iscritti che lo violano. Fino a giungere, se necessario, all’allontanamento dal partito. Nasce per assegnare all’intera comunità del Pd l’impegno di rifiutare la politica come veicolo d’arricchimento personale, potere sottratto a verifiche, lottizzazione. E per favorire il ricambio adeguato e continuativo nelle funzioni dirigenti. Mi sto impegnando affinché tra i reati che comportano le immediate dimissioni da ogni incarico (e dopo la condanna definitiva l’espulsione), oltre alla corruzione-concussione e ai reati di mafia vi siano anche incitamento all’odio razziale, omofobia e violenza sessuale.

Mi preme inoltre che siano previste incompatibilità fra diverse cariche dirigenti interne al partito quando il corretto espletamento dell’una renderebbe impossibile per ragioni di tempo garantire l’impegno necessario all’altra.

Infine propongo un divieto al cumulo fra mandati elettivi (nei consigli comunali, provinciali, regionali e in parlamento) e designazioni nei cda di fondazioni come le casse di risparmio, o di enti e società miste di nomina pubblica.

Come promesso, vi terrò informati.

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