Il mio dialogo con Deborah Bergamini

giovedì, 20 dicembre 2007

Deborah Bergamini

In merito al mio post sulla Rai di Saccà di qualche giorno fa, sono rimasto colpito di trovare fra i commenti la risposta di Deborah Bergamini. Qui di seguito riporto il nostro breve scambio:

D.B. : “Gentile dottor Lerner,
lei ha ragione, sono proprio modesta: infatti mi faccio giudicare e sentenziare addosso da tutti quelli che passano, senza colpo ferire. Anche da lei, che non mi ha mai incontrato, né parlato né cercato. E che grazie alla mia modestia avrà sempre l’ultima parola..
Auguri di Buone Feste.
Deborah Bergamini”

G.L. : “Gentile dottoressa Bergamini,
in effetti non ci conosciamo personalmente. Mi ha parlato di lei un comune amico che stimo, e che credo abbia avuto un certo ruolo nel convincere Saccà ad assumerla in Rai direttamente dalla segreteria di Berlusconi.
Se posso darle un consiglio, non disdegni l’aggettivo “modesta”: nel bene e nel male lei non ha compiuto grandi opere in Rai, nè ora l’attendono grandi cimenti. Resto convinto che la sua funzione di cerniera con Berlusconi e le sue aziende sia stata sopravvalutata dai mass media, rispetto all’opera più discreta ma cruciale di altri manager rimasti nell’ombra, come Alessio Gorla. Persone meno irrequiete di lei (è un complimento che le faccio) e gratificate da un mero ruolo funzionariale all’ombra del leader cui vi siete dedicati con lealtà assoluta.
Certamente il suo essere giovane donna ha alimentato le malignità nei suoi confronti, trascorso il breve tempo del servile encomio da lei goduto non abbastanza.
Ho lasciato la Rai sette anni fa, traumaticamente. Mi sono imposto di scacciare il rimpianto e di elaborare con saggezza il distacco, un po’ come sta facendo il nostro comune amico, meno fortunato di me.
Sono consapevole che, dopo la bufera, la sorte mi ha arriso. Le auguro di cuore succeda anche a lei. E a tal fine mi permetto un secondo consiglio: non si accoccoli nella parte della vittima perseguitata; e neppure (che poi è la stessa cosa) s’immedesimi nella favola della combattente per chissà quale causa ingigantita.
La serenità si ricostruisce pensando al futuro.
Ricambio gli auguri e le cedo volentieri l’ultima parola,
Gad Lerner”

D.B. : “Gentile dottor Lerner,
il privilegio dell’ultima parola è bene talmente raro che ne approfitto volentieri.
Vedo che giudicare il mio operato, sebbene da una certa distanza, è una tentazione a cui lei non riesce proprio a resistere. Me ne compiaccio assai.
Sulle mie opere in Rai e sui miei futuri cimenti, quindi, le lascio volentieri la parola. Anche perché fa parte della modestia che lei stesso mi attribuisce. E che è la stessa che mi porta ad avere grande prudenza nel giudicare l’operato degli altri.
Ricordo bene quando lei lasciò la Rai. I traumi, in fondo, si rivelano spesso lievito per l’intelligenza. Spero che sarà così anche per me. Quindi la tranquillizzo, guardo al futuro per recuperare serenità. Se poi quel futuro mi regalasse anche la sorpresa di qualche giudizio non scontato o di qualche stereotipo in meno, allora sarei addirittura rapita. Nel frattempo, stia certo che non mi accoccolo da nessuna parte. Quanto alla favola della combattente, quella mi dispiace ma tanto favola non è. Su, faccia un sacrificio e mi conceda di essere ciò che sono. In fondo anche il regalo dell’ultima parola non dovrebbe esserle costato troppo.
Con stima.”

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