Chi è il vampiro? Visco o Valentino Rossi?

mercoledì, 20 febbraio 2008

valentino rossi

Come promesso, ecco il mio elogio a Vincenzo Visco pubblicato su “Vanity fair”.

Faccio parte dello 0,8 per cento degli italiani che dichiara un reddito annuo superiore ai 100 mila euro. E siccome vorrei che tale bugiarda, scandalosa percentuale raddoppiasse nel giro di pochi anni, faccio parte anche dello 0,000001 per cento degli italiani pronti a gridare di fronte agli altri: viva Vincenzo Visco!
Sì, proprio così. Sarà che fra antipatici ce la intendiamo, ma a me quel professore dall’eloquio impacciato, lo sguardo basso, la caricatura del vampiro sempre in agguato, suscita rispetto e ammirazione. Se li metto uno accanto all’altro –Vincenzo Visco e Valentino Rossi- per me il vampiro resta sempre il pilota furbetto, quello che adesso riporta da Londra in Italia la sua residenza fiscale dopo essersela cavata patteggiando solo 35 milioni di euro, grazie alla generosità dell’Agenzia delle entrate che pur di incassare subito gliene condona quasi altrettanti.
Purtroppo i miei connazionali faticano a ricordarlo, ma se Valentino Rossi “evita” di pagare 35 milioni di euro al fisco, quei soldi non verranno risparmiati dal furbetto e finita lì, beato lui: verranno necessariamente estratti dalle loro tasche sotto forma di maggior prelievo fiscale. Perché? Semplice. Perché qualsiasi consesso umano, per andare avanti, ha bisogno di una “cassa comune”. E tutto quel che gli uni evitano di versare, nella cassa comune, andrà a carico di noi che versiamo. In cifre: nel 2006 la pressione fiscale (teorica, se pagassero tutti quelli che dovrebbero pagare) era del 42,3 per cento. Ma la pressione fiscale effettiva a carico dei non evasori è stata di oltre il 50 per cento. Con chi dobbiamo prendercela? Con Visco l’antipatico o con Rossi il simpatico? Ripeto: chi tra i due è il vampiro?
Dopo aver(ci) recuperato 156 milioni di euro grazie al patteggiamento della Bell, la finanziaria lussemburghese guidata da Emilio Gnutti e legalmente assistita da un fiscalista ex socio dello studio Tremonti. Dopo avere scoperto en passant che Lele Mora detraeva dalla dichiarazione dei redditi gli affitti delle case di lusso in cui ama farsi fotografare e massaggiare da aspiranti star (5,6 milioni di euro a nostro carico). Da ultimo l’Agenzia delle entrate ha aperto un contenzioso con il secondo uomo più ricco d’Italia, Leonardo Del Vecchio. Condannato in primo grado a pagare 20,4 milioni di euro, avendone eluso la metà col sotterfugio di società basate in Germania.
Del Vecchio non ha patteggiato perché protesta la sua innocenza. Ricorrerà in appello, com’è suo diritto. In ogni caso le sue imprese hanno prodotto ricchezza in misura tale da risultare nell’insieme felicemente creditrici del fisco italiano. L’occhialaio di Belluno resta il mio idealtipo di padrone italiano: senza smania d’apparire, disinteressato ai salotti buoni, alle banche, ai giornali, alle squadre di calcio, alla politica. Per una volta vorrei sperare che avesse ragione Del Vecchio e torto Visco. Vedremo.
Ma resta il fatto che senza il presunto vampiro Visco nel biennio trascorso l’erario non avrebbe recuperato circa 20 miliardi di gettito fiscale aggiuntivo rispetto alle maggiori entrate derivanti dalla positiva congiuntura economica. Avete letto bene: 20 miliardi risparmiati dai contribuenti onesti. Ci credete voi che li avremmo recuperati senza la faccia cattiva di Visco?
Lui l’ha ammesso candidamente: “Occorreva una terapia d’urto che cambiasse le aspettative dei contribuenti dopo anni di condoni e lassismo”. Una dichiarazione che in Italia lo iscrive alla categoria dei politici impresentabili, tanto è vero che difficilmente il Pd lo ricandiderà al Parlamento. Tale scelta ci può anche stare, dato che Visco ha già collezionato ben sette legislature di fila. Ma siccome si può fare politica anche senza essere deputato o senatore. E siccome dev’essere chiaro a tutti che le belle liberalizzazioni e le magnifiche defiscalizzazioni dei redditi medio-bassi rimarrebbero utopia se venisse interrotta la caccia agli evasori: il mio sogno è che in campagna elettorale ogni partito trovi il coraggio di indicare il suo futuro Visco. Anziché svillaneggiare il Visco uscente.
Vaneggio? I voti si prendono solo promettendo meno tasse? Può darsi. Infatti mi considero del tutto inadatto alla politica e preferisco il mio mestiere di antipatico.

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