In cerca dell’anima

giovedì, 21 febbraio 2008

Lo scontro sul corpo delle donne e l’anima dei feti infiamma la campagna elettorale. Ma gli italiani credono davvero all’esistenza dell’anima e alla sua immortalità? Gad Lerner ne discute con Anna Finocchiaro, Vito Mancuso, Moni Ovadia, Paolo Flores d’Arcais, suor Carla Barbieri, Alina Marazzi, Giulio Giorello e Aldo Schiavone.


VADE RETRO, VERONESI

Sembra impossibile, ma l’uomo nero della Chiesa italiana ha il camice bianco e le fattezze eleganti di Umberto Veronesi. Sì, proprio lui, il medico più amato dalle donne italiane, il professore famoso nel mondo per le sue ricerche sul tumore al seno, il fondatore dell’Istituto Europeo di oncologia e dell’associazione italiana ricerca sul cancro, il ministro della sanità più popolare nei sondaggi.
Titolare di un “pensiero assassino”, a detta degli atei devoti al nuovo corso Vaticano. Perchè “l’ideologia scientifica è la più violenta”, come ha scritto l’Avvenire”, e bisogna sempre diffidare del difensore della fecondazione assitita, o peggio ancora dell’estensore di un testamento biologico che ci porterebbe dritti alla giustificazione dell’eutanasia. Accusato di essere un teorico dell’eugenetica di stampo nazista, cioè della “selezione della razza”, solo perchè raccomanda la diagnosi preimpianto per i genitori che desiderano figli sani.
Veronesi è un simbolo al quale la cultura italiana si sottometterebbe, secondo Ernesto Galli della Loggia, perchè afflitta da “idolatria della scienza”, ridotta ad accettare in modo acritico tutto ciò che abbia il suo crisma. E’ la versione aggiornata del progressismo che trova in personaggi come Umberto Veronesi i suoi “luminari”, contrastata solo dalle obiezioni della Chiesa.
Non ancora Papa, il pessimista cardinale Ratzinger che definiva la Chiesa “una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti” dipingeva un ritratto catastrofico dello strapotere della tecnoscienza. L’uomo ridotto a “serbatoio di materiali” per i nostri esperimenti, con i quali pensiamo di superare noi stessi la morte”. Divenuto Benedetto XVI, rincarerà la dose: “La scienza senza Dio è una minaccia per tutta l’umanità”. Una minaccia che in Italia assume le fattezze del professore sorridente, ammirato, che nella mappatura completa del nostro patrimonio genetico individua la speranza di un futuro migliore, senza paura di infrangere il limite di natura.
Eccolo dunque additato come novello Faust, prossimo a generare l’Homunculus artificiale nei suoi laboratori diabolici. Gli italiani che si fidano di lui si illudono forse di guarire il corpo, ma rischiano di perdere l’anima.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.