Zapatero e i pensieri cattivi

martedì, 11 marzo 2008

Zapatero

Dovendo scacciare l’ansia per Inter-Liverpool di stasera (andro’ a San Siro col padre e il fratello del povero Bruno Santino, operaio nerazzurro della ThyssenKrupp morto quel maledetto 6 dicembre) mi distraggo pensando alle vittorie di Zapatero e dei socialisti francesi.
Solo che prima dei pensieri seri mi vengono quelli sarcastici. Succede come per Giuliano Ferrara che piu’ va in televisione a propagandare la sua lista no-aborto e piu’ perde consensi. Ogni volta che apre bocca per rassicurare le donne, quelle si sentono da lui minacciate.
Ebbene, prendete i cavalli di battaglia del Foglio, dopo la caduta in disgrazia di Bush. Il primo non era forse la “rupture” di Sarkozy? Fantasticavano di un presidente francese neocristiano, liberista, filoatlantico. Un anno dopo la panzana che nel frattempo ha ispirato perfino dei libri (modesti), si e’ rivelata tale. Sarko e’ il solito gollista statalista, solo un po’ piu’ berlusconiano, in un paese che peraltro detesta Berlusconi.
E in Spagna? L’offensiva dei vescovi contro il relativismo etico di Zapatero e’ stata sconfessata non solo dal popolo, ma anche dal rivale Partito Popolare di Rajoy, molto piu’ laico dei politici clericali nostrani.
La cultura reazionaria oggi e’ abbastanza forte da subornare i media italiani cui detta l’agenda con i suoi falsi miti. Da piu’ di un anno ci descrivevano, sotto dettatura dei vari Ferrara, Galli della Loggia and company sull’asse di ferro Foglio-Corriere, una Spagna e una Francia inesistenti. Restiamo in attesa del prossimo falso mito.
La riflessione seria (che dovremo approfondire) riguarda invece la mutazione di questa destra, sempre meno libero mercato e sempre piu’ dazi e nazionalismo. Temo che anche Tremonti prenda una cantonata all’inseguimento di Sarkozy. E la candidatura nel Pdl del tassinaro romano suona come un addio alla speranza delle liberalizzazioni.

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