Considerazioni sul pollaio

giovedì, 3 aprile 2008

pollaio.jpgLa parola abusata e offensiva che ieri sera ho evitato accuratamente di pronunciare, anche nei momenti di maggior confusione dell’Infedele sulle donne calpestate, era ovviamente: pollaio.
L’ho trovata riprodotta centinaia di volte nel blog, molto spesso a firma femminile, come manifestazione di scoramento: è possibile che debba sempre andare a finire così, se vengono riunite a discutere in pubblico donne esponenti di schieramenti avversi? Naturalmente non è mancata l’irrisione maschile: e voi con tutto quel coccodè vorreste le pari opportunità?
Aggiungeteci le insinuazioni sulla perfidia del conduttore che avrebbe architettato una trappola misogena, per di più invitando persone scelte appositamente per figurare trash (immancabili gli insulti a Vladimir Luxuria), e la miscela è pronta. Ma io mi ribello a un bilancio troppo superficiale della serata di ieri, che non a caso ha indispettito, esasperato, costretto a cambiare canale e nello stesso tempo divertito, coinvolto, fatto riflettere un gran numero di telespettatrici e telespettatori.
Sapete qual è stato il suo limite vero? Non certo la scelta delle partecipanti, tutte donne intelligenti, rispettabili, ciascuna a modo suo simpatiche. Ma tutte inevitabilmente disabituate dalla cultura politica dominante a ragionare fuori dai luoghi comuni sulla condizione della donna e sulla sua dignità a rischio. Le nostre politiche-donne si sono rassegnate a un cliché televisivo secondo cui ti devi adeguare al livello basso del pubblico popolare, accettandone i vizi. Trovano sconveniente, irrispettoso partecipare a un’autoanalisi sui vizi culturali di un sistema che pure genera gli svantaggi della condizione femminile in Italia. Perfino la più “sgamata”, cioè Vladimir Luxuria, per evitare il rischio di apparire bacchettona strizza l’occhio al questionario di “Chi”: che male c’è a scherzare sulla biancheria intima? E’ l’idea molto bertinottiana secondo cui per trasmettere i messaggi politici comunisti bisogna frequentare il salotto televisivo e quando necessario assumerne il linguaggio. Non a caso fra le donne che hanno accettato di rispondere al questionario su perizoma e reggicalze (biancheria sexi da me apprezzatissima, in altra sede) figurava Anna Finocchiaro, cioè un classico quadro politico all’antica: aristocraticamente convinta che non si danno perle ai porci, e se il popolo chiede quella roba, diamogliela…
In conclusione: ho fatto un esperimento, e lo rifarei. La dinamica del pollaio segnala un’incomprensione profonda della subalternità culturale che affligge in pubblico le donne italiane. Finendo per suscitare umiliazione e esasperazione nelle donne che vi assistono. E orrendo senso di superiorità macho nei telespettatori maschi.
Non a caso, in contemporanea con l’Infedele, su Canale 5 toccava la vetta del 31% di share “Amici” di Maria De Filippi.

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