Tavaroli e Tronchetti: chi è la vittima?

martedì, 22 luglio 2008

tavaroli.jpgLe confidenze di Giuliano Tavaroli raccolte da Giuseppe D’Avanzo su “Repubblica” rappresentano una fotografia straordinaria del potere italiano. Certo, vanno prese per le pinze, vista l’ambiguità di chi le fornisce. Ma è ben comprensibile che quest’uomo -abituato dai tempi dell’emergenza antiterrorismo a operare fuori da una norma scritta- oggi scateni il finimondo scoprendo di essere l’unico a pagare lo scandalo Telecom. Lui che conosce l’Italia, sa bene che i personaggi scomodi del potere qui da noi fanno spesso una brutta fine. Resta da chiedersi se e perchè la chiamata di correo nei confronti di Marco Tronchetti Provera e Carlo Buora non sia stata resa esplicita anche nei quindici interrogatori con la procura milanese. Tavaroli ha consapevolmente lasciato che i vertici Telecom restassero solo testimoni e non indagati? E allora perchè li tira in ballo a inchiesta conclusa, o quasi?
Resta purtroppo il valore documentario di quella struttura torbida del potere italiano sintetizzato nei nomi fatti da Tavaroli: Letta, Scaroni, Bisignani, Valori, Speciale, Cossiga, Pollari. Mi compiaccio di aver sempre girato alla larga da questi figuri prodighi di sorrisi e strizzatine d’occhio con chi fa il mio mestiere, teorici e pratici della non trasparenza.
Quanto a Tronchetti Provera, beneficiario di una vera e propria campagna del “Corriere della Sera” a tutela della sua verginità (ieri perfino un editoriale dell’ambasciatore Sergio Romano), trovo maldestra e inopportuna la sua ostentazione di estraneità a una vicenda che lo macchia due volte.
La prima. Se pure davvero lui ignorava il malaffare (costoso: decine di milioni di euro) attuato da Tavaroli sotto le sue dipendenze, come minimo dovremo considerarlo ingenuo e negligente.
La seconda. Il bilancio dei suoi anni in Telecom può sintetizzarsi in un danno grave arrecato agli azionisti della sua Pirelli, loro sì vittime di una sensibile perdita di valore.
Non va infine dimenticato che è stato il medesimo “sistema italiano” a salvare Tronchetti Provera nell’estate del 2007, quando sostanzialmente Giovanni Bazoli e Cesare Geronzi hanno accettato di caricarsi le azioni Telecom a un prezzo molto sopravvalutato, anzichè lasciare che si consumasse la sua definitiva sconfitta imprenditoriale.

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