Lo so che succedono cose molto più importanti in giro per il mondo, e che è tentazione malvagia razzolare nel cortile delle piccolezze nostrane, anche solo per sorriderne un po’. Ma ogni tanto consentiamocene la licenza. Una per Gianpaolo Pansa che lascia “L’Espresso” per “Il Riformista” (de gustibus…) motivando con la consueta eleganza: questo settimanale sta diventando troppo girotondino, ossessionato dall’antiberlusconismo. Ma come, non era stato lui l’artefice –al fianco del compianto, bravissimo Claudio Rinaldi- de “L’Espresso” più antiberlusconiano che si sia mai letto, dal 1994 in poi? Attribuire a chi si lascia le proprie giravolte, non è “fair”.
Di più mi diverte il ricorso ai proverbi di Piero Ostellino sul “Corriere della Sera” di oggi. Dopo che già il quotidiano di Paolo Mieli aveva réclamizzato con grande risalto la vittoria giudiziaria di Marco Tronchetti Provera sul senatore Luigi Grillo. Ingiustamente quest’ultimo nel 2005 aveva evocato l’esistenza in Telecom di una centrale di intercettazioni telefoniche abusive. Falso. E allora nel celebrare l’integerrimo e prestigioso azionista e amico Tronchetti Provera, il nostro Ostellino ricorre a un proverbio inglese secondo il quale “i gentiluomini parlano di principi; la servitù delle persone”.
Il sottoscritto fa il giornalista e dunque è orgoglioso di appartenere alla categoria della servitù (mi occupo spesso di persone). Ma è bello incontrare un “liberale” che nel 2008 vive ancora di simili esibizioni di lignaggio. Sarà un gentiluomo o un servo, Ostellino? Conoscerà il proverbio della nostra infanzia: “Chi lo dice sa di esserlo”. O vivendo in Provenza gli sarà più familiare: “Honi soit qui mal y pense”…
Effettivamente la magistratura milanese ha chiarito che dentro quella Telecom non esisteva una centrale di intercettazioni telefoniche illegali. Solo dossieraggi, pedinamenti, hackeraggio, sperperi. Ovvero questioni prosaiche, degne della servitù.