L’Infedele e la schiavitù in Egitto

venerdì, 3 ottobre 2008

Ho deciso di partecipare anch’io alla non stop di lettura collettiva “La Bibbia notte e giorno” che verrà inaugurata domenica da Benedetto XVI.
Accomunarsi e incontrarsi nelle parole del Libro mi pare infatti un evento sempre e comunque prezioso, tale da prevalere anche sulle legittime perplessità manifestate dal mio amico Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma. Riaffiorano storiche difficoltà che speravamo superate nel dialogo tra la Chiesa di Roma e l’ebraismo così felicemente avviato dal Concilio Vaticano II e proseguito da Giovanni Paolo II. Sottacerle sarebbe ipocrita, ma derivarne un impedimento a momenti d’incontro spirituale significherebbe cedere alla paura del nuovo.
Naturalmente non leggerò dall’altare della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, ma da una sala attigua.E sono onorato che a me tocchi inaugurare la lettura di “Scemoth”, “L’Esodo”, cioè il secondo
Libro del Pentateuco ebraico. Là dove siamo chiamati a rivivere l’esperienza della schiavitù in Egitto, una sofferenza che si rinnova e come tale abbiamo il dovere di custodire nella memoria e nella
condivisione con chi la patisce oggi. Consapevoli che di lì ha inizio anche il percorso della liberazione e il dono del codice fondativo della nostra civiltà, il Decalogo. Ricordati che sei stato schiavo in
terra d’Egitto, ricordalo ai tuoi figli come un evento contemporaneo, sempre attuale.

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