Un bravo al pompiere John McCain

domenica, 12 ottobre 2008

A furia di sfruttare l’inconscio razzista e islamofobo di una parte dell’elettorato conservatore, con spot aggressivi ma soprattutto con l’accusa palesemente infondata a Barack Obama di essere un amico dei terroristi, il candidato repubblicano alla Casa Bianca, John McCain, s’è accorto di aver quasi provocato un incendio. E siccome nella politica americana è davvero vietato giocare col fuoco delle parole, ieri è intervenuto da pompiere. Contestando i suoi stessi sostenitori, si è preso dei “buuu” assicurando loro che se anche vincesse il candidato democratico, che è un cittadino americano e una persona perbene, gli Stati Uniti non correrebbero alcun pericolo.
A parte l’ovvio, sconsolante paragone con la politica italiana, vorrei proporvi una considerazione forse meno scontata sul peso delle parole.
McCain ha il torto di aver fatto ricorso agli umori più bassi della cittadinanza, ma da politico democratico ha captato il pericolo della degenerazione in atto, un pericolo che va ben al di là della diffamazione dell’avversario. Adulare il popolo nei suoi pregiudizi, aizzarne l’ostilità, comporta poi delle conseguenze pratiche. Qualcuno passerà dalle parole ai fatti. Lui è un veterano della democrazia, l’ha capito e si è fermato per tempo. Bravo.
Vediamo qui da noi come reagirà il governo agli imbecilli che sono andati fino in Bulgaria per inneggiare all’Italia fascista dei loro sogni. Si accontenterà di dire che in Italia non c’è il fascismo, così come non c’è il razzismo? Tutta un’invenzione dei soliti comunisti…

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