Siamo in festa, oggi, tra la cantina di Montaldo e la cascina di Odalengo Grande. Il Barabba, cioe’ la nostra barbera di punta, ha (finalmente) ottenuto il riconoscimento enologico piu’ prestigioso: i Tre bicchieri, punteggio massimo assegnato dalla Guida del Gambero Rosso e di Slow Food per l’edizione 2009.
Premiato e’ il Barabba 2004, che saggiamente il vero artefice del successo, Fabrizio Iuli (lo vedete con me nella foto durante l’ultima vendemmia) ha presentato dopo un anno in piu’ di cantina: perche’ la barbera come sa farla lui, leggera, con tutta la sua acidita’ e i sapori minerali della nostra terra bianca, diventa vino da invecchiamento. Da’ il meglio di se’ dopo una decina d’anni.
Ora che abbiamo toccato il cielo con un dito -siamo tra le sole quattro barbere premiate, cioe’ tra le migliori d’Italia, cioe’ tra le migliori del mondo- e’ proprio l’insegnamento del saper aspettare quello che mi resta. La fortuna del Barabba (ma vi assicuro che il Rossore non e’ da meno) l’hanno fatta i nonni di Fabrizio piantando la piccola vigna di Scandoletto quasi ottant’anni fa. Per quanto ben curata, la vite giovane non dara’ mai i risultati straordinari di quelle meravigliose piante vecchie e attorcigliate. E se trucchi in cantina, si sente, perche’ il gusto del vino si omologa immediatamente.
Grazie ai nonni di Fabrizio, dunque. E viva la bellissima Val Cerrina, finora tagliata fuori dall’aristocrazia enologica piemontese. Maggiori notizie sui nostri vini si trovano su www.iuli.it
Non vi stupite se costano cari. Fare il vino buono implica l’utilizzo di legni e macchinari d’eccellenza, doppiamente onerosi per una piccola produzione contadina. Chi se ne intende lo sa. Cin cin! Anzi, come si dice in ebraico: lechaim, cioe’ alla vita!