L’Infedele e la crisi: a chi i soldi pubblici?

lunedì, 24 novembre 2008

Ho invitato Francesco Giavazzi, docente di economia politica all’università Bocconi di Milano, come ospite principale dell’Infedele stasera alle 21,10 su La7. Ha appena scritto un libro con Alberto Alesina intitolato: “La crisi. Può la politica salvare il mondo?” (il Saggiatore). La sua risposta è no. Dissente dal nuovo pensiero unico dell'”economia sociale di mercato” e teme che in Italia si traduca nel ritorno a un’economia subordinata al potere politico. Ma L’Infedele stasera non vuole occuparsi di una controversia teorica fra il Giavazzi rimasto liberista coerente e il suo ex amico Giulio Tremonti folgorato sulla via del Vaticano (dedicheremo un servizio alla sua lezione in Cattolica, tutta “valori” per addomesticare il “mercato”).
Giavazzi dovrà confrontarsi con gli altri protagonisti della serata, che arrivano in pullman da Fabriano facendo centinaia di chilometri: i lavoratori del distretto marchigiano degli elettrodomestici che versa in stato comatoso. E poi i dipendenti della Fiat Mirafiori che tornano a lunghi periodi di cassa integrazione. Ma accanto a loro, per rimarcare le disuguaglianze e le ingiustizie del nostro sistema di ammortizzatori sociali, tornano i “senza rete”: dipendenti del call center Omnia di Palermo, licenziati con un semplice sms; e precari dell’Alitalia, esclusi dall’accordo Cai perchè loro possono essere lasciati a casa senza lo straccio di un sussidio, anche se svolgevano le stesse mansioni dei colleghi “garantiti”. Mi fa piacere che i giornali ora scoprano il problema dei “senza rete” cui abbiamo dedicato L’Infedele la settimana scorsa (vedi il “Corriere Economia” di oggi). Ma noi abbiamo deciso di insisterci perchè le divisioni interne al mondo del lavoro saranno una delle novità più laceranti della “valanga” (il presagio è di Epifani) che si abbatte sull’economia italiana.
Il governo ha rinviato ancora il varo del suo piano anti-crisi. Stasera incontra i sindacati. Mi rendo conto che è maledettamente difficile recuperare soldi e decidere a chi darne. Le banche sì e le industrie no? Ma a quali industrie? Solo ai colossi come la Fiat o anche alle altre? E basterà un miliardo per un sussidio minimo ai lavoratori precari rimasti senza lavoro, che nel giro di un mese potrebbero già essere 400 mila?
A queste domande sarà chiamato a rispondere Giavazzi stasera, in un confronto che oltre ai lavoratori interessati coinvolgerà Raffaello Vignali del Pdl (l’ho invitato in quanto ex presidente della Compagnia delle Opere, dunque in sintonia col Tremonti-pensiero) e Valeria Fedeli, sindacalista della Cgil. Mi aiuteranno a formulare le domande tre giornalisti: Oscar Giannino, direttore di “LiberoMercato”; Ernesto Auci, ex direttore delle relazioni istituzionali Fiat; e Paolo Madron del “Sole 24 Ore”.
Vi raccomando di inviarmi da subito segnalazioni, commenti e interrogativi che mi saranno preziosi in trasmissione.

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