Sarà dura, ma il Pd ha un futuro (2)

martedì, 23 dicembre 2008

Dovrebbe impensierirci la disponibilità manifestata prima dal comunista Paolo Ferrero e poi dalsegretario della Cgil, Guglielmo Epifani, a una proposta classicamente neocorporativa qual è il contratto di solidarietà (o settimana corta che dir si voglia). Certo, hanno ragione a far notare che il governo per copiare la linea Merkel fa un’inversione a U, visto che solo tre settimane fa Sacconi difendeva ancora l’idea balzana di defiscalizzare gli straordinari. ma l’idea che viene dalla Germania e che trova sensibili le orecchie confederali è alla fine quella di concentrare il grosso delle risorse disponibili per gli ammortizzatori sociali a difesa dei lavoratori “fissi”, con contratto a tempo indeterminato. Sia ben chiaro, se facessi il mestiere di Epifani forse ragionerei come lui (e come Tremonti, che spera di trovare nella sinistra laburista una base di consenso al suo miraggio di “grosse koalition” anticrisi).
Ma qui stiamo ragionando del futuro del Partito Democratico, e allora dobbiamo chiederci se sia lungimirante concentrarsi nella tutela di una base sociale già profondamente erosa. O se invece la crisi più acuta del capitalismo non imponga ripensamenti politici di fondo nella rappresentanza di interessi esterni al blocco neocorporativo. Tanto per fare un esempio: Veltroni a mio parere ha commesso un errore a favorire l’accordo tra Colaninno e Epifani che oggi si rivela odioso agli occhi di una vasta platea di lavoratori non garantiti.
Questo medesimo tema della rappresentanza di una società cambiata, è l’ostacolo a una svolta democratica del Pd. I suoi dirigenti si aggrappano ciascuno al potente disponibile ad accoglierne i servigi. Basti pensare che il responsabile organizzativo del partito, Giuseppe Fioroni, ha la credibilità di uno che fa eleggere la segretaria come deputato della Campania. E dovrebbe essere lui il moralizzatore?
In molti mi chiedete se sia possibile lanciare un’offensiva democratica dentro il Pd. Rispondo che è possibile, certo, e che sono fiducioso nella possibilità di ottenere risultati oggi inaspettati. Bisogna diventare pignoli, implacabili, senza timore di risultare “antipatici”. Denunciando in ogni sede la violazione delle regole etiche e statutarie. Facendo sempre le domande più normali: ma quello lì che competenze ha per candidarsi a quell’incarico? Chi ha titolo per decidere? Perchè non votiamo senza trucchi dell’ultim’ora?

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