Cosa ne dite di uno sguardo sull’Italia?

venerdì, 16 gennaio 2009

La gerarchia delle notizie è sempre opinabile e, naturalmente, pure il mio blog si concede ogni tanto il vezzo di enfatizzare un dettaglio che m’appassiona. Ma vorrei notare l’impressionante declassamento operato dai mass media italiani riguardo alle notizie sullo stato della nostra economia. La Banca d’Italia segnala una recessione arrivata al -2% del Pil. L’Istat rende noto un crollo della produzione industriale a novembre 2008 pari al -12,5%. Sergio Marchionne rompe gli indugi dopo l’annuncio di probabile declassamento del titolo Fiat a opera di Moody’s, e chiede ufficialmente “urgenti azioni di sostegno a livello europeo”. La produzione di automobili è ferma da un mese, del resto. Potrei continuare con gli indicatori del lavoro perduto e dei consumi che arretrano, è chiaro che ci troviamo a vivere una situazione drammatica d’impoverimento generale.
La seguiremo col dovuto impegno. Ma ora mi preme farvi notare come tale realtà venga dissimulata e rimossa dalla classe politica e dall’informazione televisiva che le è storicamente asservita. L’economia è scomparsa quasi dai telegiornali. Le cattive notizie vengono sintetizzate in “brevi”, le notarelle che il conduttore intermezza fra un servizio e l’altro. Senza un racconto nè un tentativo d’analisi. La testa chinata ad aspettare che passi, sperando di trovarsi ancora lì dopo la bufera.
Volete una riprova di questa incosciente rimozione? Il dibattito parlamentare sulle misure anticrisi. Avete presente come appassionò e coinvolse gli Stati Uniti? E l’attenzione che gli hanno dedicato Francia, Germania, Regno Unito? Da noi è passato alla chetichella, uniche polemiche quella sul voto di fiducia e sull’aumento delle tasse riservato ai cittadini immigrati. Ma così la parola d’ordine dell’ottimismo, il no al disfattismo, stanno traducendosi in cecità irresponsabile. Il più zitto di tutti? Quel ministro dell’Economia che in passato si vantava di azzeccare le previsioni più fosche.

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