Cari immigrati, ora tocca a voi

venerdì, 6 febbraio 2009

Cari cittadini stranieri residenti in Italia, siete circa quattro milioni di persone. Ogni anno qualcuno di voi ottiene la nazionalità italiana (pochi), molti altri subiscono la decadenza del proprio permesso di soggiorno e ripiombano così nell’irregolarità. Avete sperimentato ormai da tempo quel che manca nel nostro paese: la certezza del diritto. La politica italiana descrive una penisola invasa da troppi stranieri, i quali godrebbero di una condizione privilegiata rispetto a coloro che vi sono nati.
Diffondere come senso comune questo rovesciamento della realtà (ieri la “Padania” pubblicava la seguente frase di Bossi: “Avanti di questo passo finirà che i clandestini diventeremo noi”) offende la vostra esperienza di vita. Vi hanno reso la vita sempre più complicata, varano normative che somigliano a una corsa ad ostacoli per mettersi in regola, diffondono l’ostilità e il pregiudizio nei vostri confronti, e per giunta vi additano come nuovi oppressori.
Capisco che la tentazione, dopo il decreto sicurezza approvato ieri al Senato, sia quella di sviluppare con le nostre istituzioni un rapporto biecamente strumentale. Mi serve il lavoro. So che qui mi accettate solo come cittadino di serie B. Dunque prenderò quel che mi serve, se ci riesco. E al diavolo la convivenza, i diritti, la cittadinanza. Tra i vostri figli sarà fortissima la tentazione di scatenare un conflitto italiani-stranieri sempre più aspro, fino alla violenza. L’idea di organizzarvi democraticamente per pretendere il rispetto a voi negato, oggi vi appare come l’ennesima inutile fatica senza risultati. Tra le forze politiche italiane avete ben pochi interlocutori disposti a compromettersi. La subalternità culturale all’ideologia dominante -la paura del clandestino- schiaccia anche i maldestri cacciatori di voti del Partito democratico.
Eppure… Eppure io confido nella vostra saggezza e lungimiranza. Questa società è destinata a portare a termine la trasformazione già in corso. Aiuterete voi stessi e aiuterete l’Italia se sarete capaci di trovare strumenti di protesta civile e democratica, organizzandovi e diventando protagonisti della nostra vita pubblica.

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