Lo sapevate che fra il 2007 e il 2009 i flussi di capitale dai paesi occidentali a quelli in via di sviluppo sono crollati dell’82%? Ormai la chiamano de-globalizzazione, e il primo effetto sulla nostra vita è il ritorno del nazionalismo economico. I capitali rimpatriano, i lavoratori impugnano almeno una bandiera nella speranza di riuscire a difendersi. Addio al vecchio slogan: “Il proletariato non ha nazione, internazionalismo, rivoluzione”. Oggi capita semmai che i popoli delle diverse nazioni europee si guardino l’un l’altro in cagnesco, quasi un ritorno di Medioevo (come lo descrive la copertina di Michele Mally).
Stasera alle 21,10 su La7 protagonisti dell’Infedele saranno i lavoratori della Indesit che protestano contro la famiglia Merloni per quello che definiscono “il patto di Varsavia”: cioè la chiusura dello stabilimento torinese di None a vantaggio della produzione di lavastoviglie in Polonia. Mentre i loro colleghi in cassa integrazione di Brembate (Bergamo) temono la concorrenza delle fabbriche Indesit russe. Naturalmente avremmo potuto citare innumerevoli altri casi, per esempio gli operai Fiat di Pomigliano d’Arco arrabbiati perchè la 500 viene fabbricata in Polonia. Prevale in tutta Europa l’idea che i governi debbano vincolare il sostegno economico alle sole imprese che non lo investono all’estero. Di questo passo, il mercato unico rischia di diventare un ricordo. Ma sarà bene ricordare quello che sta succedendo nei paesi emergenti dell’Est reduci da una crescita frenetica alimentata dai nostri investimenti e ora precipitati sull’orlo della bancarotta: Ucraina, Lettonia, Ungheria, Romania, Bulgaria; ma anche Russia, Polonia e gli altri. Qui lo spettro della miseria ha già provocato rivolte sociali. Soffia un vento populista e xenofobo, le nostre banche e le nostre imprese sono additate come colpevoli della crisi. Oggi aiutare i paesi dell’Est pare terribilmente ingiusto a molti cittadini dell’Ue, ma cosa accadrà se non saremo disposti a farlo?
Gli effetti perversi del nazionalismo economico in cui rischiamo di impigliarci senza volerlo, saranno al centro dell’Infedele di stasera nel quale accanto ai lavoratori Indesit parteciperanno ospiti molto stimolanti: Paolo Rumiz, giornalista di “Repubblica”; Alfredo Mantica, sottosegretario agli Esteri (An); lo scrittore italo-ungherese Giorgio Pressburger; l’ex ambasciatore russo Felix Stanevsky; la fotografa polacca Monika Bulaj; la scrittrice ucraina Marina Sorina; la giornalista romena Laura Goldan; il consigliere regionale della Lega Nord Piemont, Oreste Rossi.
Vi invito a trasmetterci fin da subito domande, segnalazioni e commenti che ci saranno preziosi e ai quali cercherò di rispondere durante e dopo L’Infedele. Grazie!