Rileggete “Il giardino dei Finzi-Contini”

sabato, 2 maggio 2009

Ho riletto d’un fiato “Il giardino dei Finzi-Contini” di Giorgio Bassani, passati ormai una trentina d’anni dalla mia prima volta. Libero così anche dal condizionamento visivo del film che ne aveva tratto Vittorio De Sica, con Dominique Sanda nel ruolo della protagonista Micol, ho goduto la sua scrittura impareggiabile: sono davvero pochi gli autori italiani contemporanei che possano tenergli testa. Ma soprattutto mi sono immerso nel quadro storico che Bassani affresca delicatamente e minuziosamente. Il biennio ’38-’39, l’introduzione silenziosa delle leggi razziali in una Ferrara semmai pigra piuttosto che antisemita, dunque predisposta agli infami adempimenti come se si trattasse di faccende minori cui sottostare senza star lì a farne un caso.
Consiglio a tutti il piacere di questa lettura, o meglio ancora di una rilettura che vi coinvolgerà diversamente dalla prima volta oggi che siamo posti di fronte a scelte non dissimili. Vi imbatterete in una storia d’amore condizionata dall’infelicità di una emarginazione giunta all’improvviso. Nessuno dei protagonisti concepisce ancora quel che sarebbe accaduto cinque anni dopo. S’impone loro la cupezza del clima, non l’entità della tragedia in fieri. Vi erano coinvolte persone nè migliori nè peggiori di noi, normalissime, incoscienti, portate dall’istinto a minimizzare quel che stava accadendo. Una rilettura davvero preziosa per l’oggi e il domani.

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