L’Infedele e il risiko delle fabbriche senza bandiera

lunedì, 11 maggio 2009

Non a caso è un manager “apolide e bastardo”, l’italo-canadese Sergio Marchionne residente a Ginevra, uno che pensa in inglese e con l’italiano incespica, l’ideatore della Fiat-Chrysler-Opel globale. Tutti fanno il tifo per lui, perchè l’alternativa è il fallimento. Ma i lavoratori dell’auto -e i fornitori, la galassia della componentistica- sanno benissimo che non ce ne sarà abbastanza per tutti. La globalizzazione piace solo quando avvantaggia gli stabilimenti del tuo territorio? Vedrete che se è così, quando scoprirà le sue carte, anche Marchionne diventerà impopolare.
Stasera alle 21,10 su La7, L’Infedele cercherà di rimettere insieme i protagonisti di questo risiko della globalizzazione. Operai italiani (dallo stabilimento siciliano “a rischio” di Termini Imerese; dalla Cnh di San Mauro Torinese; dall’Iveco di Brescia) a confronto con i connazionali emigrati a Russelsheim che hanno trovato lavoro alla Opel e temono Marchionne ridimensioni la loro attività. Per immedesimarci nel punto di vista “tedesco”, ho invitato anche chi sta vivendo in Italia una situazione simile: i dipendenti Saint Gobain della provincia di Cuneo che hanno proposto addirittura un boicottaggio della Francia in risposta alla politica protezionista di Sarkozy, cioè alla chiusura degli impianti esteri per salvaguardare quelli d’oltralpe. Già ospiti dell’Infedele, torneranno a trovarci pure gli operai della Indesit di None che invece si battono per il motivo opposto: evitare che uno stabilimento in Polonia cancelli i loro posti di lavoro.
Globalizzazione “buona” e globalizzazione “cattiva” dal punto di vista di chi lavora, dunque. E’ in questa chiave che valuteremo il vorticoso tentativo di compravendita della Fiat. Partecipano: Stefano Micossi, presidente di Assonime (l’associazione delle imprese quotate in Borsa), per anni al vertice della Confindustria europea; lo storico dell’industria Giuseppe Berta; i giornalisti Massimo Mucchetti (Corriere della Sera) e Carlo Bastasin (Sole 24 Ore); Susanna Camusso della segreteria confederale Cgil; lo storico del sindacalismo americano Bruno Cartosio. Sarà inoltre con noi Alfonso Natella, cioè l’operaio Fiat immigrato dal Sud protagonista quarant’anni fa del libro di Nanni Balestrini “Vogliamo tutto”. Siamo passati dall’operaio-massa all’operaio-merce?
Vi invito a partecipare numerosi con domande, suggerimenti e commenti al nostro blog. Mi siete preziosi!

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