La retrocessione della borghesia lombarda

giovedì, 14 maggio 2009

Meriterebbe più attenzione da parte dei mass media la designazione al vertice dell’Assalombarda, cioè dell’imprenditoria privata milanese, di un manager pubblico: Alberto Meomartini, amministratore delegato della Snam, gruppo Eni. Si tratta di una persona più che valida, cresciuto nella “covata” dei “Reviglio boys” insieme a Domenico Siniscalco e Giulio Tremonti. Suppongo conservi con il ministro del Tesoro una consuetudine scaturita da intensa frequentazione intellettuale. Concediamo pure che Meomartini dell’Assalombarda è già stato vicepresidente, il che non è la stessa cosa. Perchè nei giorni dell’agonia dell’Expò 2015 (ormai perfino “Il Giornale” propone di dirottarlo da Milano a L’Aquila per sfuggire alle liti e alla paralisi) e del definitivo declassamento di Malpensa, la sua nomina seguita a scontri defatiganti e sponsorizzata da Fedele Confalonieri è la definitiva certificazione dell’impossibilità di farsi classe dirigente evidenziata dalla borghesia milanese.
Con Meomartini si “romanizza” perfino l’Assalombarda. Un evento a suo modo storico.

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