Altre due lettere al “Foglio”

sabato, 30 maggio 2009

Oggi “Il Foglio” pubblica altre due lettere sulla mia denuncia per istigazione all’odio razziale di un redattore di Radio Padania. La prima è di Riccardo Calimani, noto scrittore, presidente del Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah istituito di recente con sede a Ferrara. La seconda è di Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica di Roma.

Caro direttore,
ho letto con stupore la pagina dedicata al caso Lerner Siegel perché il sarcasmo di cui è stato oggetto Gad è francamente fuori misura.Il tema, fondamentale e molto serio, che agita questo dibattito è il seguente:la libertà di pensiero è lecita fino al punto da essere aggressiva nei confronti di soggetti deboli ed esposti a possibili violenze? A me pare evidente che la risposta non possa essere che negativa. Sono un fautore di ogni libertà di critica e di pensiero, ma non al punto che altri individui vengano danneggiati con la violenza da idee discriminanti. Su questa tema sarcasmi e ironia sono fuori luogo perché nel nostro paese si assiste ogni giorno in forme, più o meno, subdole ad un progressivo e triste deterioramento dei rapporti sociali ed è allora evidente che occorre fare molta attenzione e che ogni forma di vigilanza è auspicabile.
Naaturalmente si può discutere di tutto e il dibattito è benvenuto, ma l’articolo dedicato a Lerner si sforzava di denigrarlo sottilmente senza prestare minimamente attenzione alle sue preoccupazioni che credo ben legittime, ben motivate e in ogni caso che meritano una riflessione pacata e non polemica.
Credo che Ferrara, di cui apprezzo intelligenza e originalità questa volta farebbe bene a farci un modesto pensierino. Posso capire il gusto polemico che spinge due amici al confronto, ma non posso capire che si dimentichi e perdere di vista il tema cruciale che agita le coscienze di tutti noi.
Non possiamo dimenticare che i rom sono tra coloro che certo soffrono le vicende della crisi economica con particolare intensità e spesso non hanno voce per esprimersi come forse vorrebbero
cordialmente
Riccardo Calimani

Caro Direttore,
proprio perché stimo da sempre il tuo lavoro che non riesco a trattenermi
dalla necessità d’intervenire per come hai “liquidato” la scorsa settimana
la denuncia di Gad Lerner contro l’abuso di un linguaggio che potrebbe
essere letto come “istigazione all’odio razziale”, in particolare da parte
di chi ha la responsabilità di gestire radio, tv, giornali. Con Gad Lerner
mi dividono tante cose, sia all’interno del dibattito nelle nostre Comunità
che nello stile con cui esprime vicende di politica nazionale. Se posso
essere ancora più esplicito: siamo proprio in antitesi. Ma qui non e’ in
gioco la libertà d’opinione ne la necessità d’intervenire in difesa di un
amico. Quando un giornalista aggredisce verbalmente “l’ebreo” colpevole di
difendere i Rom e li accomuna nell’insulto blaterando di “usurai” e “ladri”,
non si può essere indulgenti ne indifferenti. Tanto meno vale come
attenuante che il giornalista esprima un diffuso pregiudizio popolare. Anzi
questa è un aggravante!!!!
La Comunità Ebraica sente uno speciale dovere di vigilanza contro ogni
manifestazione o sentimento di razzismo e xenofobia. Sopratutto quando
si colpiscono altre minoranze. Tale vigilanza, se necessario, si esercita
anche in Tribunale e non comporta affatto l’obbligo di adeguarsi al
pensiero unico di “don Colmegna, Tettamanzi, Manconi, Fazio e Lerner”, come
temi, ma solo il rispetto della legge e della nostra Memoria.
Con immutata stima e affetto ti invio il mio cordiale shalom,

Riccardo Pacifici

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