La vergogna del giornalismo italiano

lunedì, 1 giugno 2009

Credo che un giorno non lontano il giornalismo italiano, con poche eccezioni, dovrà guardarsi allo specchio e vergognarsi per il modo in cui ha scelto consapevolmente di eludere o minimizzare la verità plateale esplosa a proposito dello stile di vita dell’uomo più potente di questo paese.
Tutti lo sanno benissimo che qui non c’entra nulla la relazione privata fra Berlusconi e sua moglie, nè le loro eventuali storie sentimentali nell’ambito di un matrimonio in crisi. Qui è emerso grande come una casa il disprezzo per la donna, mercificata e sottomessa in proporzioni non paragonabili a quelle vissute negli altri paesi occidentali. Ma per coprire questa ovvietà il potere ha fatto ricorso a bugie via via svelate e subito occultate. Ha sentito il bisogno di mettere sotto accusa le donne tentatrici o traditrici, riproponendo loro un ruolo di sudditanza se non di merce. Tutto ciò appare chiaro agli occhi di chiunque voglia vederlo. E’ una verità che turba nell’intimo ciascuno di noi a prescindere dalle sue idee politiche. E’ un ritardo culturale che l’Italia paga in termini civili e economici. Ma la menzogna diviene allora strumento di dominio, dispiegata attraverso apparati che sono televisivi (non vi colpisce il silenzio succube delle trasmissioni da anni specializzate nel frugare l’intimità altrui senza alcun rispetto?), direttori-dipendenti, avvocati-deputati, collaboratori che si rendono complici in una vera e propria corruzione morale.

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