La destra che grida al complotto

martedì, 2 giugno 2009

In Italia la destra che grida al complotto internazionale contro il suo Duce ha come è noto illustri precedenti. Dovrebbe bastare tale consapevolezza storica per meditare seriamente su una critica internazionale unanime, in tutti i paesi liberali, nello sconcerto per i comportamenti di Berlusconi e per le falsificazioni dispiegate in suo sostegno dai mass media di regime. Definito ormai “buffone pericoloso”, il capo italiano che concentra nelle sue mani potere politico e potere mediatico, continuando a arricchirsi in un paese in declino, ha perso ogni credito. Come succede nei regimi populisti, e come già accadde in Italia negli Anni Trenta del secolo scorso, ciò sollecita un ricompattamento intorno a quel capo isolato. Più dall’estero lo accusano e più i suoi oppositori interni vengono additati come sleali nemici dell’interesse nazionale.
Assumiamo -per assurdo- che le teorie del complotto abbiano fondamento. Sia quella antiamericana secondo cui Obama avrebbe un piano per scalzare Berlusconi. Sia quella che indica nell’editore di Sky e del “Times” di Londra, Rupert Murdoch, lo stratega del discredito antiberlusconiano per ragioni di concorrenza televisiva. Ambedue queste ipotesi vanno guardate anche dal punto di vista esterno. Perchè mai i nostri alleati, o gli imprenditori che operano sul mercato globale dei media, dovrebbero restare indifferenti al fatto che stia prendendo il controllo dell’Italia un gruppo affaristico che ruota intorno al potere assoluto di un singolo? L’obiezione che ciò sia avvenuto per via elettorale, e che Berlusconi gode del consenso di una maggioranza degli italiani, non regge alla verifica della spregiudicatezza con cui egli calpesta la divisione dei poteri che garantisce la tenuta della democrazia. Quando egli definisce i magistrati e i giornalisti che indagano su di lui come delinquenti; quando egli mescola con totale indifferenza l’interesse pubblico all’interesse privato nei suoi comportamenti e nel suo stile di vita: ebbene, la sua pericolosità ha già superato il limite di guardia.
Dall’estero suona un campanello d’allarme che dovrebbero ascoltare anche gli italiani di destra. Prima che il falso nazionalismo determini di nuovo una frattura con la democrazia.

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