Referendum: l’errore di Berlusconi

mercoledì, 10 giugno 2009

Questo articolo è uscito su “Vanity Fair”.
A Berlusconi non è bastato mettersi al centro della scena, capolista dappertutto pur essendo in eleggibile: il Pdl diminuisce i consensi e il leader del nuovo populismo all’italiana scopre quant’è difficile conseguire per via mediatica la vetta del 40 o addirittura del 45 per cento da lui preconizzata con imprudenza. Ci riuscì solo un democristiano di nome Alcide De Gasperi in un’altra Italia, con un altro genere di partito, e soprattutto con un’altra credibilità personale.
Perché quando cerchi il centro della scena poi ti vedono tutti. Vieni giudicato per il tuo stile di vita oltre che per il tuo progetto politico, per le tue umane debolezze oltre che per la tua potenza personale. L’autocensura imperante in tv ha impedito di rifletterne apertamente, ma sul presidente del Consiglio ha pesato come un macigno l’effetto Veronica. Non credo di essermi sbagliato giudicandolo come un’incrinatura definitiva nel suo rapporto con l’elettorato moderato, e in particolare con l’elettorato femminile.
Ora Fini e Tremonti cercheranno di modificare la fisionomia del Pdl per farne un partito non più a sua immagine e somiglianza. Anche sul piano psicologico si apre un periodo complicato per Berlusconi: l’inizio della fine del suo carisma. Né lo aiuterà il successo della Lega, che mettendosi sulla sua scia ha iniziato a costruire un partito di raccolta territoriale ben più radicato degli altri movimenti localistici e xenofobi europei.
Naturalmente la politica italiana resta saldamente ancorata a un’egemonia di centro-destra. Franceschini si è mosso con abilità ma non ferma l’emorragia del Partito Democratico. Che corre il pericolo di accontentarsi del mancato trionfo avversario, mentre l’alternativa a Berlusconi resta per ora ipotizzabile solo attraverso un eventuale ricambio di leadership interno alla destra. Perché il voto d’opinione a Di Pietro non mette in discussione la centralità del Pd nel centrosinistra. Sbaglierò, ma l’Italia dei Valori pare a me godere di un consenso passeggero, nonostante l’abilità con cui l’ex magistrato ora cerca di “spersonalizzarla”.
Dalla Sicilia al lombardo-veneto si moltiplicano le spinte centrifughe, insidiose per il Pdl ben più di una pretesa, inesistente crisi del bipolarismo italiano. Al centro continua a collocarsi solo una sparuta forza politica del 6 per cento. Nè sono fra coloro che vestono il lutto perché l’estrema sinistra, i radicali e la destra di Storace restano fuori dalle istituzioni. Ciò è normale nelle tradizioni della democrazia europea che garantisce governi e opposizioni migliori là dove prevale la spinta unitaria a formare grandi partiti. Semmai il problema italiano è che tali partiti restano guidati da oligarchie ristrette, cui la legge elettorale consente di sottrarsi a una selezione democratica della classe dirigente.
Per questo guardo con speranza al referendum del prossimo 21 giugno in cui sarà possibile, con un Sì, abolire alcuni punti chiave della legge-porcata. Come? Garantendo un sistema bipolare in cui solo il partito vincitore gode del premio di maggioranza, negato ai suoi alleati minori. Per capirci: io avrei preferito un Pdl che governasse da solo, senza subire il ricatto della Lega in materia di immigrati e sicurezza.
Mi auguro dunque che Berlusconi reagisca alla delusione decidendo per una volta di mantenere la promessa, non solo votando Sì ma impegnandosi affinché il 21 giugno venga raggiunto il quorum. Ormai è chiaro che la vittoria del referendum non ci consegnerebbe a un eterno dominio berlusconiano, come strumentalmente sostiene Di Pietro per giustificare il suo voltafaccia sul referendum, motivato dall’insana speranza di diventare determinante col suo ricatto al Pd. Quanto a Franceschini: tieni duro nel sostegno al Si!

P.S. Come ben sapete, dopo la cena con Bossi a Arcore, Berlusconi ha cambiato idea decidendo di seppellire il referendum. Secondo me ha commesso un errore.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.