Perchè non fate la prova?

mercoledì, 8 luglio 2009

Questo articolo è uscito su “Vanity Fair”.
Mentre si apre il G8 all’insegna delle foto più o meno compromettenti di papi, l’Italia incassa nella più totale indifferenza l’entrata in vigore del “pacchetto sicurezza” che trasforma in reato la presenza irregolare di stranieri sul nostro territorio.
A opporsi è solo una minoranza del paese, subito accusata di essere accecata dall’ideologia perché si manifesta premurosa nei confronti di forestieri, ma insensibile ai disagi patiti dai ceti popolari italiani.
Mi piacerebbe dimostrarvi che non è così, anche se ammetto di essere sospettabile di parzialità. Perché io lo so bene che nella loro grande maggioranza gli stranieri irregolari presenti sul territorio italiano sono persone entrate senza violare la legge. Arrivate col treno e con l’aereo, mostrando il passaporto, mica sui gommoni o nascoste nel rimorchio dei Tir.
Lo so perché in quella situazione mi ritrovai più di una volta anch’io, da apolide, quando mi scadeva il permesso di soggiorno e le tortuosità burocratiche mi impedivano di rinnovarlo in tempo. Ricadevo nell’irregolarità, insieme a molte altre persone che cercavano di farsi riconoscere il diritto al soggiorno, sbattendo su ostacoli spesso insormontabili. Dunque se l’Italia è il paese europeo con la più alta percentuale di “clandestini” (come li chiama la propaganda di regime per renderveli odiosi), ciò non deriva dal fatto che ha le frontiere “colabrodo” molto più degli altri. La geografia conta, ma conta molto di più il fatto che gli altri paesi europei hanno un’economia solo in minima parte sommersa; e di conseguenza le loro legislazioni incentivano l’inquadramento regolare degli stranieri. Dopo di che, giustamente, sono molto severi con quelli che non usufruiscono di tale possibilità perché vogliono vivere ai margini della legge.
Da un po’ di tempo sul mio blog bastardo (a proposito, ve lo ricordo: www.gadlerner.it) quando ragiono così arrivano proteste d’ingratitudine. Se ti fa tanto schifo il paese che ti ha accolto, tornatene in Libano o in Israele; bisognerebbe revocare la cittadinanza italiana a chi l’ha ottenuta senza meritarla!
Poverini, scherzano. Ignari del fatto che Mussolini 70 anni fa aveva disposto esattamente la revoca della cittadinanza italiana per chi espatriava (in seguito alle leggi razziali). Io gli replico sempre con la proposta inversa: renderei obbligatorio a tutti un breve periodo –basta una settimana- da vivere come stranieri in Italia: niente di più istruttivo che una fila davanti alla Questura dalla mezzanotte; o anche un bivacco al consolato del paese di provenienza. Poi l’Inps, la Asl, la Prefettura, la certificazione d’agibilità domestica, l’anagrafe. Sempre che nel frattempo nessuno commetta un errore, magari il nome trascritto male: in tal caso il giro ricomincia.
Ora il pacchetto sicurezza ha reso ancora più complicata la corsa a ostacoli degli stranieri in cerca di legalità (nel 2007 furono 741 mila a tentare la “lotteria” per 170 mila regolarizzazioni offerte). Il ministro Maroni conosce i dati di ciascuno di loro e dei loro datori di lavoro. In teoria potrebbe andare a prenderli e “buttarli fuori” come promette in televisione. Ma non lo farà, sa benissimo che è impossibile “buttarli fuori” e che alla nostra economia sommersa fanno comodo. Solo che a lui politicamente fa comodo tenerli inchiodati, sottomessi col reato di clandestinità. Con quale vantaggio per i ceti popolari italiani disagiati, me lo dovete ancora spiegare.

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