Salvini, la tv fa male anche ai leghisti

mercoledì, 8 luglio 2009

Matteo Salvini, il borghezio de milàn, non è affatto giovane come lo descrive la vulgata padana. A 36 anni un uomo dovrebbe aver maturato sufficiente esperienza di vita per utilizzare al meglio la materia grigia, se ce l’ha. E state pur tranquilli che non è l’intelligenza a mancare al nostro cumulatore di poltrone (capogruppo al Comune di Milano, direttore di “Radio Padania Libera”, deputato italiano, deputato europeo), ma la decenza. Spregiudicato oltre il limite, Matteo Salvini colleziona infamie (ricordate la “derattizzazione” dei rom?) nella convinzione di trarne sempre e comunque vantaggio; proprio come i prsonaggi del reality-show televisivo. Più le sparo grosse e più m’invitano, deve essere la parola d’ordine di questo signore che non ha mai rifiutato un invito davanti alla telecamera in vita sua. Può darsi che il futuro riservi ancora spazio a simili propagandisti di regime, ottimi diffusori di veleno e rancore sociale un tanto al chilo. La Lega stessa, quando gli dà spazio poi in genere finge di prenderne le distanze perchè offuscano la sua aspirazione a presentarsi come partito di buoni amministratori. Però, di nuovo Borghezio docet, non può farne più a meno, deve ricandidarli e ne sarà sempre più condizionata. Chi l’avrebbe detto: la tv italiana è riuscita a peggiorare anche il leghismo.

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