Non so cosa ne pensate voi, ma la prima impressione superficiale del G8 in corso a L’Aquila è quella di un vertice cui riuscirà difficile trasformare le parole in fatti. Documenti virtuosi promettono obiettivi non verificabili perchè rinviati a quando saremo morti. I tecnici che invece dovranno patteggiare le nuove regole su clima e finanza restano dietro le quinte; loro avanzeranno le proposte concrete nei G20 di Copenhagen e Pittsburg. Come previsto, chi giganteggia è Obama. Non solo per la novità storica che impersona, ma soprattutto per la svolta multilateralista e ambientalista che ha impresso alla politica americana.
Una nota positiva, infine, è che lo scandalo berlusconiano resta in sottofondo e così la tragedia del terremoto per fortuna non degenera in farsa.