Tombe fenicie e porno-festini

domenica, 26 luglio 2009

Continuo a pensare che Silvio Berlusconi non sopravviverà politicamente allo stillicidio di notizie sulla sua vita così abissalmente lontana da una minima nozione di “bene pubblico”, cui dovrebbe essere tenuto un eletto dal popolo. Impegni istituzionali disdetti con la scusa del torcicollo, per chiudersi nella spa umbra con le signorine; la D’Addario che rivela serate in cui a Palazzo Grazioli il premier cenava circondato solo da improbabili donnine (unico altro maschio presente: il fornitore Tarantini); l’avvocato Ghedini che smentisce l’esistenza delle tombe fenicie a Villa Certosa dimenticandosi di essere finito sul giornale nel 2005 quando vi accompagnava la sovrintendenza.
Non basterà il consenso di cui gode, peraltro in calo. Berlusconi ormai è una macchietta, la sua credibilità è al livello delle persone che ama frequentare. Dopo avere finalmente ammesso di non essere un santo, presto confesserà di non essere in grado di fare miracoli. Nel frattempo gli rinnovo calorosamente il consiglio di cambiare avvocato.

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