Ai miei tempi in Rai si faceva così

martedì, 11 agosto 2009

Ho ritrovato il mio editoriale d’esordio come direttore del Tg1, nel lontano giugno 2000. Trovo divertente rileggerlo, pensando alla Rai di oggi.
Non me lo sarei mai aspettato, ma da oggi sono il nuovo direttore del Tg1.
Niente trucchi nel dare le notizie, comode o scomode, facili o difficili. Cominciando dalla clemenza ai detenuti per continuare con il raduno dell’orgoglio omosessuale.
Il mio primo obiettivo sarà restare me stesso alla guida del più grande giornale del Paese. Chi sono, molti di voi lo sanno già. Non è un mistero, fin da ragazzo sono una persona di sinistra che però non è disposta a prendere ordini da nessuno e si appassiona nel confronto con le idee altrui, magari litigandoci, ma per tirarne fuori il meglio.
Lo stesso vale sul terreno religioso. Non può più esistere il telegiornale dei cattolici e il telegiornale dei laici: insieme dobbiamo misurarci su grandi interrogativi come la manipolazione genetica o l’eutanasia, l’immigrazione e la giustizia.
Faremo il telegiornale in un periodo un po’ speciale per la politica italiana, a suo modo appassionante perché sospesa .
Il centrosinistra sta al governo ma arranca, fonda il Nuovo Ulivo dopo avere usato il vecchio come legna da ardere. Berlusconi sta all’opposizione ma intanto è già considerato l’uomo più potente, oltre che il più ricco, d’Italia.
Il Tg1 non girerà in folle per nove mesi intorno a un’eterna campagna elettorale, state tranquilli. Non siamo malati di politica, anche se rispettiamo la funzione che le tocca in democrazia.

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