Una modesta proposta ai vescovi italiani

giovedì, 3 settembre 2009

Dino Boffo è stato il miglior direttore della storia del quotidiano cattolico “Avvenire”, cui ha impresso personalità e vigore. La sua lettera di dimissioni è nobilissima, racconta la situazione così com’è, e pazienza se persone con il pelo sullo stomaco non riusciranno a capire che l’onorabilità vale più di una poltrona, solo perchè l’onorabilità loro l’hanno perduta da tempo. E’ a tutti chiaro, e senz’altro lo sarà pure alla Conferenza Episcopale Italiana, che Dino Boffo ha subito l’attacco del “Giornale” di Vittorio Feltri per intimidire loro e noi tutti: chi osa criticare lo stile di vita e i comportamenti di Silvio Berlusconi, d’ora in poi, ne pagherà le conseguenze.
E allora, sebbene risulti da indiscrezioni che sarebbero già candidati validissimi colleghi al posto occupato da Dino Boffo, permettetemi la sfacciataggine di una proposta ulteriore. Di fronte a un capo del governo che adopera il giornale di sua proprietà come un manganello, convinto di poter sottomettere anche la Chiesa, inviterei i vescovi italiani a prendere in considerazione la candidatura a direttore di “Avvenire” di un collega il cui nome evidenzierebbe la loro indisponibilità a sottomettersi di fronte alla prepotenza. Un collega formatosi nel settimanale diocesano torinese “Il nostro tempo”; un collega puntuale e coerente nella pratica religiosa così come nella devozione. Mi riferisco a Marco Travaglio.

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