Il galateo di Silvio Berlusconi

giovedì, 17 settembre 2009

Questo articolo è uscito su “Vanity Fair”.

Il monologo sulle donne tenuto al termine del vertice con Zapatero, per la sua disarmante franchezza, va considerato un documento memorabile di quale sia la cultura con cui Silvio Berlusconi ha sedotto l’Italia negli ultimi anni.
Quando Miguel Mora, giornalista del “Pais”, ha fatto cenno alle cene del premier con numerose giovani donne sconosciute, prima ancora di ascoltare la domanda Berlusconi lo ha interrotto fingendo di scherzare: “Invidioso, eh?”.
Egli calcola infatti che, sono ancora parole sue, “la maggioranza degli italiani vorrebbe essere come me”; e che qualsiasi uomo degno di questo nome, compreso il barbuto corrispondente del “Pais”, se disponesse di denaro sufficiente allestirebbe cene con quattro uomini e venti giovani donne sconosciute per volta. Difatti ha aggiunto: “C’è qualcuno fra i presenti, mi riferisco solo ai maschi, che non preferirebbe cenare con belle rappresentanti del gentil sesso anziché con persone d’aspetto meno gradevole?”.
Berlusconi è altrettanto convinto che alle donne piaccia essere considerate delle prede da conquistare. La seconda battuta di spirito con cui ha reagito a Miguel Mora che gli chiedeva conto della reputazione nazionale macchiata, è la seguente: “Guardi che molte turiste straniere hanno prenotato le vacanze per l’anno prossimo”. In altre, parole, la fama da sciupafemmine del capo del governo italiano, nella sua visione da bullo d’altri tempi, attirerebbe fameliche aspiranti da tutto il mondo.
Naturalmente l’impianto del Berlusconi seduttore resta in piedi solo se gli italiani accettano la sua certezza che le donne vadano con lui per via del suo fascino irresistibile. Cioè non per soldi, lavoro, richieste di favori, ma per amore. Per questo è stata rivolta a Patrizia D’Addario, ma attraverso di lei alle tante altre donne che potrebbero raccontare di aver trascorso per soldi, lavoro, richieste di favori una notte a Palazzo Grazioli o Villa Certosa, la frase più minacciosa della conferenza-stampa: “Con i quattro reati di cui è responsabile, in totale, rischia 18 anni di carcere. Non ho ancora deciso se fare causa”: A buona intenditrice, poche parole. Personalmente trovo indegna la sottovalutazione di questa minaccia pubblica rivolta a una persona, Patrizia D’Addario, che ha detto solo la verità. Perché mai il suo comportamento di escort che ha raccolto prove per incastrare il cliente dovrebbe essere considerato moralmente più riprovevole di quello degli uomini che l’hanno usata?
La bugia più grossa che Berlusconi dice agli altri per poter continuare a dirla a se stesso, riguarda il suo potere seduttivo: “Per uno come me, che ama conquistare, la gioia più bella è la conquista, se tu paghi una donna che soddisfazione può esserci?”. Qualcuna prima o poi dovrà pur spiegargli che non è per amore se, dalle prime ballerine di “Drive In” a oggi, in tante gli si sono concesse. Ma lui non capirà. Glielo impedisce l’impalcatura stessa del suo ego. Quando, rivolgendosi al capo del governo spagnolo che lui stesso nell’aprile 2008 aveva definito “troppo rosa” vuole spiegare che si trattò solo di una battuta, Berlusconi precipita in una confusione rivelatrice: “Ma come, in Italia sono stranoto per essere ammiratore dell’altra metà del cielo”, di cui enumera generoso le virtù, salvo aggiungere: “Le donne sono il regalo più bello che Dio ha dato a noi uomini”. E per toglierci ogni equivoco su quel che ha in mente, si rivolge a Zapatero: “L’Italia è la patria di Casanova, dei playboy, degli amatori, come pensate allora che il presidente italiano possa dire una cosa del genere?”.
Ho sempre pensato che non possa accadere niente di peggio a un seduttore che scoprirsi di colpo ridicolo. Difatti ora Berlusconi, perduta l’ammirazione femminile, è inferocito.

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