Brunetta e il complesso d’inferiorità

sabato, 19 settembre 2009

Possibile che non gli sia passato neanche dopo tanti anni che governano l’Italia? Se oggi Renato Brunetta vaneggia di colpi di stato tentati dall’odiata élite dei poteri forti ai danni del popolo che lui rappresenta, non è solo per ricoprire di chiacchiere la modestia dei risultati conseguiti nel funzionamento della pubblica amministrazione. No, ancora una volta si manifesta la frustrazione di chi un tempo sognò di essere ammesso in chissà quale salotto buono, senza accedervi come avrebbe meritato. Il tema dell’invidia, così spesso fatto suo da Berlusconi -mi attaccano perchè vorrebbero fare la vita che faccio io- è in verità una componente essenziale della biografia di gente come Brunetta, Sacconi, Cicchitto, Pera, per non parlare del miracolato Bondi.
Sopravvalutano naturalmente la valenza e le potenzialità dell’élite che attaccano: non sarebbe in grado di combinare neanche un modesto governicchio, oggi, figuriamoci un colpo di Stato. Ma l’enfasi con cui ingigantiscono l’avversario rivela soprattutto il complesso d’inferiorità che continua ad affliggere questi sedicenti portavoce del popolo. I quali non vogliono ammettere con se stessi di fare parte della medesima, modestissima élite, dopo avere spintonato tanto per passare dalla seconda alla prima fila.

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