Perchè ha sbagliato la Santanchè

lunedì, 21 settembre 2009

Mi spiace che Daniela Santanchè riesca a sbagliare anche quando propugna cause giuste come quella contro l’oppressione del “burka” (che è strumento oppressivo e umiliante, in quanto tale diverso dal velo).
Un’azione efficace a tutela della dignità della donna, valore su cui nessuna democrazia può scendere a compromessi, dovrebbe sempre guardarsi dal pericolo di apparire ostile all’islam come religione. Tale azione va dunque condotta sul piano culturale e istituzionale tenendosi bene alla larga dalla sacralità delle ricorrenze religiose. Che senso ha manifestare di fronte ai fedeli riuniti in preghiera al termine del Ramadan, se non quello di provocare in loro le reazioni sbagliate, tipiche di chi cade nei trabocchetti?
Poco m’importa stabilire qui l’esatta dinamica dei fatti. Può darsi che degli energumeni abbiano aggredito l’esponente della destra piombata fra loro nel luogo e nel momento sbagliato. Un comportamento inaccettabile, sia chiaro, ma resta la sensazione che la Santanchè cercasse lo scontro per dimostrare che l’islam è nel suo insieme un nemico col quale non si può giungere a compromessi. L’esatto contrario di quel che dichiara di voler ottenere.

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