Riunito nel salotto privato del sindaco di Milano, Letizia Moratti, i massimi esponenti milanesi del Pdl ieri hanno preso una decisione coraggiosa: hanno deciso di non decidere sull’oppurtunità o meno di costruire una moschea per i circa ottantamila musulmani milanesi e per i visitatori islamici del futuro Expò 2015. Preferiscono lavarsene le mani stabilendo, chissà perchè, che il dilemma venga risolto niente meno che dal ministro degli Interni, Roberto Maroni. Che coraggio! Che bell’esempio di autonomia locale e di federalismo all’italiana!
C’erano Ignazio La Russa, Maurizio Lupi, Luigi Casero, Guido Podestà, insieme a Letizia Moratti. Tutta gente che conta, in teoria. Ma è anche tutta gente impaurita, ondivaga, preoccupata di accarezzare il consenso degli elettori molto più che di fare di Milano una moderna metropoli europea, come tale capace di garantire la libertà di culto a tutte le confessioni dei suoi residenti. Poi si lamentano del peso eccessivo che la Lega sta assumendo nell’indirizzo politico del centrodestra. Si illudono magari di consegnare a Maroni una patata bollente, invece fanno solo l’ennesimo regalo al centralismo romano condito in salsa varesotta.