La selva oscura dei desideri

mercoledì, 28 ottobre 2009

Questo articolo è uscito su “Vanity Fair”.
Sarà certo importante l’indagine giudiziaria per ricostruire come è stato ricattato Piero Marrazzo, e in particolare se i quattro carabinieri arrestati agissero per lucro o seguendo una regia politica. Ma, per favore, è giunto il tempo che i potenti la smettano di nascondersi dietro alle vacue dichiarazioni di principio sulla libertà dei gusti sessuali e sul diritto alla privacy, perché l’arretratezza culturale italiana è anche il prodotto delle loro arroganti “debolezze”. Così le ha chiamate il presidente della regione Lazio: “Le mie debolezze”. Stiamo parlando delle “debolezze” del potere maschile, cioè di una deformazione parossistica del desiderio erotico che il grande scrittore peruviano Mario Vargas Llosa ha felicemente indicato come “oltraggio alla libido”.
Non m’interessa la spiegazione psicanalitica delle diverse forme d’amore: lo so che il gioco della seduzione –etero, omo o trans- contempla i passaggi del dominare e del sottomettersi, ammette perfino la brutalità accanto alla dolcezza, e a certe profondità dell’io non ci arrivi solo con le coccole. Trincerarsi però dietro al mistero dell’eros, e delle vite sdoppiate nell’infedeltà coniugale, e nel culto liberale delle prerogative di ciascuno, ormai è diventata la scusa per eludere la nostra realtà.
Non è un fenomeno solo italiano quello dei puttanieri magari giovani, belli e ricchi, cioè teoricamente in grado di conquistare partner senza pagarle/i (vedi certi calciatori famosi).
Tanto meno stupisce che i potenti vogliano comperarsi delle bambole con cui giocare, talvolta in pubblico, più spesso di nascosto. Sono anch’essi dei puttanieri, in genere più avanti negli anni. E proprio come i calciatori incapaci di provare amore per un corpo che non sia il proprio, è nell’intimità del rapporto mercenario che questi potenti esprimono la loro mania sopraffattrice, la prepotenza egocentrica, la nuda ambizione.
Prima del Marrazzo disperato per la sofferenza arrecata alle figlie e alla moglie, ridotto a vittima caduta nella polvere, c’è l’enigma del Marrazzo sicuro di cavarsela recandosi con l’automobile di servizio al condominio dei viados, attraversando da “vero uomo” la frontiera tra due mondi che s’illude di governare entrambi.
Sconfitto, Marrazzo dichiara in lacrime le sue “debolezze”. La convenzione maschile mirabilmente sintetizzata da Vittorio Feltri (andare con una donna in Italia è un’attenuante, andare con un uomo è un’aggravante) incoraggia viceversa Silvio Berlusconi a scommettere ancora sull’ammirazione suscitata dal suo reclutamento parossistico di signorine “bella presenza”. Ma non c’è alcuna significativa differenza tra di loro, se non di forza e di faccia tosta. Sono uomini di potere italiani convinti di trovare il piacere personale nei meccanismi –da loro considerati “naturali”- della compravendita del corpo.
Vargas Llosa ha scritto che Berlusconi è “l’uomo che ha trasformato il potere in un bordello”. Ma è una palese esagerazione: la funzione storico-culturale del nostro attuale presidente del Consiglio è più modesta. Egli ha commercializzato per via televisiva un immaginario maschile pre-esistente, tipico della sua generazione, su cui ora s’innestano i modelli plastificati ossessivamente riprodotti da internet alla tv, fino alla chirurgia estetica diffusa come nuova cosmesi di massa.
Peccato che alle esibizioni dei puttanieri ammanicati nel potere corrisponda una tendenza sociale alla caduta del desiderio, che dà luogo a frustrazioni non di rado violente. Magari filmate col telefonino, proprio come le avventure di Marrazzo.

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