Quando gli alberghi a cinque stelle si dilatano e deformano fino ad averne sette (finte, naturalmente). E i ricconi di tutto il mondo ci accorrono, ma a scrocco, cioè a scopo promozionale, magari fingendo di divertirsi pure sulla pista di neve artificiale nel deserto. E ci sono pure politici nostrani che si mostrano interessati al business di una Portofino ligure riprodotta tale e quale lì nei pressi dei pozzi petroliferi… Allora diciamolo che il raggiro era intuibile. Dall’economia fasulla di carta all’economia fasulla di sabbia. Con la realtà brutale dei lavoratori immigrati dell’edilizia e dei servizi trattati come una sottoclasse da spremere, senza diritti. E con la ossessiva artificialità della ricchezza così come del divertimento trasformato in industria. Qualcosa mi dice che la crisi di Dubai si rivelerà una tappa importante della crisi capitalistica mondiale in atto, tutt’altro che conclusa.
Mai fidarsi di Dubai
venerdì, 27 novembre 2009
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