Un silenzio poco evangelico

venerdì, 4 dicembre 2009

Questo articolo è uscito su “Nigrizia”.
La mobilitazione “in difesa della croce” scatenata nel Nord Italia da chi non sa riconoscere i crocefissi viventi del proprio tempo, rivela quanto blasfema possa diventare una religione ridotta a identità. Il “White Christmas” promosso dal sindaco leghista di Boccaglio, in provincia di Brescia, per festeggiare il Natale espellendo gli stranieri non in regola, conferma che la xenofobia è ormai un discorso pubblico legittimato in questi territori caratterizzati da una radicata tradizione cattolica.
Mi impressiona la totale assenza di reazione culturale all’offensiva del leghismo da parte delle associazioni cattoliche insediate ormai da decenni nel potere regionale e locale. Esemplare il caso di Comunione e Liberazione in Lombardia. Attraverso Roberto Formigoni governa da quindici anni la Regione La Compagnia delle Opere è protagonista nel mondo delle imprese e nella committenza pubblica. Una rete comprensiva della Fiera di Milano e dell’assessorato all’urbanistica, per non parlare del predominio quasi assoluto sulla sanità. Alacre e sistematica nel caratterizzarsi come “cattolicesimo della sussidiarietà” in campo economico, Comunione e Liberazione non si è mai preoccupata di operare una distinzione pubblica di valori nei confronti del leghismo. I politici ciellini si guardano bene dall’utilizzare la loro forte influenza per condannare la propaganda assai poco evangelica dei loro alleati. Poi naturalmente si arrabbiano se gli dici che il loro movimento cristiano appare dedito principalmente agli affari. Ma, senza che se ne rendessero conto, hanno contribuito a favorire una metamorfosi dell’elettorato conservatore in Lombardia, Veneto, Piemonte tale da rendere anacronistiche le differenze fra Pdl e Lega. Ormai un cittadino di destra voterà indifferentemente il candidato dell’uno o dell’altra perché sul piano dei valori i partiti del centrodestra sono assimilabili.
Umberto Bossi, dotato di istinto politico fuori dal comune, ha capito che un’eventuale prossima dispersione del blocco berlusconiano, resa possibile dall’anagrafe oltre che dalle difficoltà del premier, già nei prossimi anni potrebbe essere intercettata dalla Lega dando luogo a un massiccio travaso di voti.
In altre parole, il Nord Italia sta vivendo un tragitto in cui la Lega si candida come l’erede più naturale e agguerrito di Berlusconi. Approfittando della subalternità culturale dei cattolici di destra. E’ vero che queste regioni furono l’epicentro della Controriforma e in seguito di movimenti popolari ostili allo spirito illuministico. Ma non avrei mai pensato che tanti politici cristiani accompagnassero, complici o rassegnati, questo ritorno in auge del pensiero reazionario.

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