Buon 2010 dall’antico Egitto

giovedì, 31 dicembre 2009

Che il secondo decennio del terzo millennio dopo Cristo sia felice e prospero per tutti voi, cari utenti della macchinetta dai tasti miracolosi con cui riesco a connettermi dall’isola Elefantina di Aswan, nel mezzo del Nilo, prima di volare in serata al Cairo.
I trecento chilometri di pullmino nel deserto, verso sud, fin quasi al confine del Sudan, costeggiando talora il lago artificiale Nasser, ieri ci hanno portati al cospetto dei meravigliosi templi di Abu Simbel. Valevano il viaggio, in quel nulla che fu la nazione della Nubia, a ricordarci che le civiltà nascono e si estinguono, perdurando solo grazie alla saggezza di chi progetta la loro evoluzione: cioè noi tutti. Ancora emozionati per la grandezza e la bellezza delle statue (recuperate, trasferite e consolidate con l’apporto decisivo di ingegneri italiani), fra le bancarelle all’uscita abbiamo notato per la prima volta dei quotidiani stranieri in vendita. C’era pure “Il Giornale”, in mezzo aglii altri, che si distingueva per un titolone già ingiallito dal vento e dall’afa: “No agli immigrati islamici”. Leggerlo qui, in un luogo di cultura straordinario e tra le vestigia di una grande civiltà scomparsa, faceva un po’ vergogna per il nostro paese. Rimaneva lì ignorato dai turisti e dai venditori. Un patetico, decadente anacronismo.
Un augurio di cuore a tutti gli utenti del blog che guardano insieme al futuro. Buon capodanno, buon 2010 a tutti!

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