Se il segretario dice no alle primarie

lunedì, 11 gennaio 2010

Dicendo di no alle primarie per scegliere i governatori in Lazio e in Puglia a mio parere il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, commette un doppio errore. Danneggia la candidatura di Emma Bonino che ne sarebbe uscita rafforzata (a prescindere da quel che pensano i radicali). Viola lo statuto del Partito Democratico che sulle primarie per i candidati a cariche monocratiche è assai chiaro. Perchè lo fa, allora? Perchè Bersani ha una concezione della politica per cui le primarie sarebbero un accessorio da utilizzare o accantonare secondo convenienza dei professionisti al vertice. Peccato non lo abbia dichiarato prima: concorrendo nelle primarie per diventare segretario, presentò pochi mesi or sono un documento in cui si impegnava a fare il contrario di quel che sta facendo.
tale disinvoltura non mi stupisce. Corrisponde alla cultura della “mano libera” una volta che sei stato eletto, tanto nociva per la credibilità della politica in Italia. Temo che Bersani in futuro possa rivelare la medesima disinvoltura riguardo al sistema elettorale: uno come lui ci mette poco a tornare dal maggioritario al proporzionale inseguendo una convenienza di breve raggio. La stessa miopia che oggi lo induce a sbagliare sulle primarie.

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