Stamattina mi rendo conto che il terremoto di Haiti, con le sue cifre inconcepibili (centomila morti? di più ancora?) è piombato come un impiccio sui giornali italiani. Quelli d’opinione, o se preferite militanti, hanno ritagliato faticosamente un riquadro dedicato al sisma sulla loro prima pagina, ma si capisce che assolto l’obbligo formale la passione e l’interesse li trascinano altrove. Non voglio fare condanne moralistiche. Solo rilevare che -per quanto la contemporaneità ci obblighi a sapere in tempo reale e con dovizia di particolari i cataclismi che i nostri antenati apprendevano semmai con anni di ritardo e solo per cenni mitici- restiamo principalmente degli animali guidati dall’istinto. Come le formiche restiamo intenti alle nostre minuscole attività fin tanto che l’evento gigantesco non ci penetri dentro direttamente per volontà di qualcuno, come accadde l’11 settembre 2001.