Le Guardie padane sono guardie per scherzo?

sabato, 23 gennaio 2010

VENEZIA – Trentasei militanti della Lega Nord, tra i quali il sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo e il parlamentare Matteo Bragantini, sono stati rinviati a giudizio dal Gup di Verona. Il processo si aprirà il primo ottobre prossimo. Il giudice ha accolto la tesi della procura, che accusa le ‘camicie verdi’ di essere un’associazione a carattere militare: il reato contestato è quello di costituzione di banda armata.
Il procedimento aveva subito due lunghi momenti di pausa in attesa che Strasburgo prima e la Corte Costituzionale poi si pronunciassero sulla posizione degli indagati che all’epoca ricoprivano la carica di eurodeputati o di parlamentari. Adesso magari qualcuno parlerà di “giustizia a orologeria” come fa Berlusconi per l’indagine sui diritti televisivi Mediatrade (100 milioni di euro su conti svizzeri) e come fa Cuffaro condannato per favoreggiamento di Cosa Nostra in Sicilia. E come magari farà pure il sindaco di Bologna, Flavio Delbono, indagato per abuso d’ufficio e peculato.
La vicenda leghista è paradossale perchè il movimento di Bossi pretende di “giocare” con le allusioni para-militari, le divise, le ronde, le minacce di ricorrere ai fucili e alla violenza rivoluzionaria, senza però essere preso sul serio. Vorrebbe cioè che i suoi proclami venissero riconosciuti al tempo stesso seri ma scherzosi, forti ma inattendibili. Io personalmente non credo che la Lega abbia dato vita a una banda armata. Ma certo nel 1996 ha fatto di tutto per indurre il suo popolo a crederlo. E ora si lamenta perchè ci ha creduto anche la magistratura.

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