Una certa cautela sui giornali odierni

mercoledì, 24 febbraio 2010

Stento a credere che manager come Silvio Scaglia o Riccardo Ruggiero fossero consapevoli del fatto che il denaro con cui alimentavano i bilanci aziendali, per mantenere “performances” altrimenti irraggiungibili, sarebbe stato di provenienza criminale. Stento a crederlo, ma è quel che sostengono la Procura di Roma e la Procura nazionale antimafia, riferendosi al triennio dal 2003 al 2006.
Per quanto riguarda in particolare Telecom Italia Sparkle, il gip aggiunge: “Le modalità operative attraverso le quali Tis (Telecom Italia Sparkle) agiva pongono con solare evidenza il problema delle responsabilità degli amministratori e dirigenti della società capogruppo alla quale appartiene Tis, ossia Telecom Italia spa. O c’è stata totale omissione di controllo sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio oppure vi è stata una piena consapevolezza delle stesse”.
Posso comprendere una certa cautela dei giornali di oggi, in particolare di chi si ritrova fra i suoi azionisti di spicco la persona cui si riferiscono i magistrati. Ma, trascorse 24 ore di meditazione, mi auguro che Marco Tronchetti Provera contribuisca a sciogliere questo interrogativo. La gestione societaria e i meccanismi di controllo già insudiciati dallo scandalo della security Tavaroli e delle schedature illegali, sono stati profondamente riformati dalle gestioni successive di Telecom Italia. Ma è interesse di Tronchetti Provera, oltre che dell’azienda che ha guidato fino al 2007, che si faccia al più presto chiarezza in proposito.

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