Lo scontro di potere intorno a Telecom

giovedì, 11 marzo 2010

Lo scontro di potere che ha coinvolto Telecom e, nel suo piccolo, ha toccato pure L’Infedele, viene descritto in modo assai interessante da Giovanni Pons su “Repubblica” di oggi.

MILANO – Non sono solo le fatture false il punto di contatto tra Fastweb e Telecom Italia Sparkle. Esiste anche un fil rouge che unisce uomini e strutture con responsabilità di vertice, legami finora rimasti nell´ombra ma che sono alla base, secondo quanto ricostruito da Repubblica, del tentativo di ribaltone dell´autunno 2009 che doveva mettere Telecom Italia in mano a Stefano Parisi e scalzare l´attuale capoazienda Franco Bernabè. Quest´ultimo entra in azienda nel dicembre 2007 quando sono già stati compilati ben due rapporti interni sul caso Sparkle. I contratti con le società a rischio sono stati interrotti anche se non emergono elementi per procedere contro l´ad Stefano Mazzitelli, manager legato alla precedente gestione, quella di Riccardo Ruggiero e Carlo Buora. Tuttavia, già il 14 gennaio 2008 Bernabè “depotenzia” Mazzitelli spostandolo alle dipendenze di Oscar Cicchetti, e quando a fine anno Telecom presenta il nuovo piano industriale Sparkle figura tra le società da dismettere. Le “Disposals” sono affidate a Giovanni Stella, uomo di fiducia dello stesso Bernabè che si rivolge a Mediobanca per trovare compratori interessati a Sparkle.
La fiducia nei confronti di Mazzitelli, però, è sempre più fragile e così il primo luglio 2009 Bernabè nomina Andrea Mangoni presidente di Sparkle togliendo all´ad le deleghe su finanza e controllo. Mazzitelli cerca di opporsi alla manovra, protesta animatamente in cda ma i consiglieri votano compatti per Mangoni. Nell´estate 2009 Mazzitelli cerca appoggi esterni al gruppo per cercare di impedire la vendita, anche parziale, di Sparkle, e fa di tutto per ostacolarla: non riceve gli analisti che devono valutare la società ai fini della vendita. Ha conoscenze in Intesa Sanpaolo e in Mediobanca, conosce da tempo Parisi, e cerca di tessere la sua tela. Ma il 25 settembre 2009 si consuma lo show down: Mazzitelli viene spostato alla presidenza di Pathnet, una piccola società alla periferia del gruppo. Evita il licenziamento solo perché al momento giusto tira fuori la letterina-paracadute, la stessa che aveva accompagnato all´uscita Parazzini, Chiappetta, Campo Dall´Orto, Spreafico e gli stessi Buora e Ruggiero riempiendo le loro tasche di soldi. Ma il siluramento di Mazzitelli ha un costo superiore per Bernabè, fatto di pesanti attacchi da parte di alcuni suoi azionisti e di frange di Palazzo Chigi.
Le rimostranze di Mazzitelli presso la Mediobanca romana provocano un primo effetto: la vendita di Sparkle viene accantonata. D´un colpo si volatilizzano i pretendenti e Cesare Geronzi, presidente di piazzetta Cuccia, muta improvvisamente atteggiamento nei confronti di Bernabè, nonostante fosse stato un suo grande elettore nel dicembre 2007. Tra i vari rimproveri c´è anche la testardaggine per la messa in vendita di Sparkle, un pentolone che evidentemente non si doveva scoperchiare. E messaggi in tal senso arrivano anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Nello stesso tempo si moltiplicano le voci di un possibile cambio della guardia ai vertici di Telecom: il prescelto sarebbe Parisi, sponsorizzato da Fedele Confalonieri e che sarebbe favorevole a uno scorporo della rete come piacerebbe tanto a Mediaset. Le dichiarazioni del viceministro Paolo Romani, molto vicino a Berlusconi, vanno tutte in questa direzione e per avvalorare l´idea dello spezzatino il governo nomina suo consulente Francesco Caio, vecchio amico di Scaglia fin dai tempi di Omnitel e dal 2003 al 2006 al comando di Cable & Wireless, la società di tlc inglese che secondo una conversazione intercettata ha attivato un contratto di traffico simile a quello di Fastweb e Sparkle. Il cocktail sembra miscelato bene ma nessuno ha il coraggio di affondare così Bernabè resiste sostenuto da Intesa e dai soci francesi di Mediobanca, che a differenza di Geronzi non hanno cambiato idea sul suo operato.

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