Apprendo che il vicecapogruppo al Senato del Pdl, Gaetano Quagliariello, sedicente liberale, propone una regola davvero curiosa: gli esponenti del suo partito non dovrebbero partecipare ai talk show politici in tv se non uno per volta, al fine di non presentare in pubblico l’esistenza di divisioni interne. Sfugge all’illustre professore il fatto che gli inviti, alle trasmissioni, dovrebbero stabilirli i giornalisti. Possibilmente con un criterio, per l’appunto, giornalistico. E allora se si discute della spaccatura tra Berlusconi e Fini, oppure di un tema controverso come ad esempio la legge sulla cittadinanza, che diritto avrebbe il vertice del Pdl di impedire a un conduttore di coinvolgere più esponenti del suo partito in questa discussione?
Non mi rammento obiezioni di Quagliariello in occasione dei molti talk show dedicati alle divisioni interne del Pd cui partecipavano, esprimendo i loro contrasti, esponenti diversi di quel partito.
Forse il liberale non se n’è accorto, ma stiamo parlando di libertà. Libertà d’informazione.