Sequenza classica. Ieri il ministro Calderoli annunciava tagli del 5% agli stipendi dei politici. Chissà perchè si è svegliato a proporli oggi (sulla scia del nuovo premier britannico Cameron)? Ma è ovvio. Perchè deve far digerire ai suoi elettori i sacrifici inevitabili che fino a ieri aveva giurato non essere necessari. Tagli ai dipendenti pubblici e alle pensioni. Nuove tasse sulla sanità delle regioni in deficit. Addio al piano di sgravi fiscali. Niente ponte sullo Stretto. E presto comunicheranno anche il rinvio dei decreti attuativi del federalismo fiscale. Cosa c’è di meglio, in circostanze del genere, di una bella spruzzata di demagogia? Diminuire lo stipendio! Anche a Verdini che i soldi veri li tiene in Lussemburgo e lo stipendio da deputato lo adopera come “argent de poche”. Così opera lo specialista Calderoli, quello del rogo di normative inutili che non ha migliorato la vita di nessuno. Tranne, forse, la sua. Se fa un annuncio roboante fate attenzione, sta per rifilarvi una fregatura
La demagogia che puzza di bruciato
domenica, 16 maggio 2010
Si parla di: roberto calderoli