Non conosco i termini della risoluzione consensuale del contratto fra Michele Santoro e la Rai. Per il momento voglio augurarmi che i due anni di collaborazione già concordati per il futuro prevedano la prosecuzione dell’esperienza di “Annozero”. Chiudere quella trasmissione non sarebbe solo un danno aziendale evidente per la Rai, ma un ulteriore limitazione del pluralismo informativo. L’Italia ha bisogno di più voci libere, la televisione deve lasciare spazio alle culture alternative e ai punti di vista scomodi.