Se al premier Berlusconi riesce impossibile, quasi per impedimento autistico, pronunciare la parola “sacrifici”, è il ministro Tremonti oggi a trovarsi di fronte al bivio più difficile. Perchè il ministro dell’Economia sa ebnissimo che la manovra aggiuntiva imposta dalla crisi per salvaguardare stabilità monetaria e di bilancio, non può risolversi in una boutade demagogica.
Mettiamoci pure il taglio agli stipendi dei parlamentari (la maggior parte di loro ha ben altre fonti di reddito); mettiamoci l’una tantum del 10% introdotta sui dirigenti statali e sulle pensioni superiori ai 3500 euro mensili. Speriamo che la lotta all’evasione fiscale non rimanga solo sulla carta, anche se il precedente dello scudo fiscale continuamente prorogato rappresenta un messaggio in direzione opposta. Ma il gettito di questi provvedimenti resterà del tutto insufficiente se non si interviene sulle rendite finanziarie e sui redditi alti. Tassa patrimoniale? Datele pure il nome che preferite, ma da qualche parte Tremonti i soldi dovrà pure andare a prenderli. Mi sa che di notte lo insegue lo spettro del suo predecessore Vincenzo Visco. Ridendo a crepapelle.