E’ ormai palese l’intento del governo: porre un freno alle inchieste della magistratura sulla corruzione del sistema politico-affaristico; rendere troppo costosa agli editori l’informazione giudiziaria; costringere all’autocensura i giornalisti; negare all’opinione pubblica quel diritto essenziale che è l’informazione. La legge-bavaglio sulle intercettazioni è una legge liberticida tesa a far regredire la coscienza civile del paese. Altro che la privacy, è l’impunità dei potenti che si vuole preservare.
Lo sciopero generale proclamato dalla Federazione nazionale della stampa per il 9 luglio dovrà essere seguito, se necessario, da una pratica collettiva della disobbedienza civile, nell’interesse di tutti i cittadini.